Accordo segreto Usa-Russia per il 5+1. Esperti russi alla centrale di Bushehr

di Enrico Oliari –

kryenko bushehr grandeIsraele continua a mostrare preoccupazioni per il programma nucleare iraniano: al di là degli strali e dei continui moniti del premier Benjamin Netanyahu ribaditi in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, resta aperta la questione della centrale atomica di Bushehr, nella parte sud-occidentale dell’Iran, attivata lo scorso 23 settembre dalla Rosatom russa.
In realtà la costruzione dell’impianto è partita nel 1975 ad opera di ditte della Germania federale (Ag Siemens, TyssenKrupp ecc.), ma la Rivoluzione del 1979, la guerra con l’Iraq e le accuse della comunità internazionale di utilizzare il materiale nucleare per la fabbricazione della bomba atomica, ne hanno ritardato il completamento con un continuo passaggio di mani e di contratti fra varie aziende, fino alla sovietica Atomstroyexport e poi alla Rosatom.
Si tratta della prima centrale nucleare iraniana, come pure del Medio Oriente, ed è equipaggiata con un solo reattore di tipologia VVER1000 da 915 MW; altri tre reattori non sono ancora stati completati.
La centrale è stata garantita per due anni e vi sono ingegneri e personale russo per formare gli incaricati iraniani del funzionamento.
La centrale non è soggetta alle restrizioni dell’Aiea in quanto è appurato lo scopo civile dell’impianto e l’Iran ha l’obbligo di consegnare alla Russia il materiale radioattivo di scarto.
Tuttavia l’attivazione della centrale di Bushehr non è andata giù ad Israele, il quale vi vede un accordo segreto fra Mosca e Washington. Infatti, secondo il noto DebkaFile, giornale che si rifà costantemente a fonti governative israeliane, lo stesso Sergei Kiriyenko, direttore dell’agenzia atomica Rosatom, sarebbe l’anello di congiunzione fra Russia, Usa e Iran sulla questione Bushehr; durante l’estate lo stesso Kiriyenko, che è uno dei consiglieri più fidati di Putin, ha vissuto fra Mosca, Teheran e, appunto, Bushehr, dove vi avrebbe istituito un team di scienziati nucleari russi in grado di parlare persiano, sui quali appoggiare la revisione dei progetti nucleari iraniani.
Senza che ne fosse stata data pubblicità, l’accordo fra gli USA e la Russia prevede l’applicazione in Iran della stessa formula utilizzata per le armi chimiche in Siria e già gli scienziati di Kiriyenko starebbero redigendo una mappa degli armamenti, non ancora terminati, presenti nella Repubblica degli ayatollah.
In Siria, accanto ai periti dell’Opac, sarebbero stati inviati anche esperti russi e così su un accordo che ha interessato Washington, Mosca, Teheran e Damasco, sarebbero ora due le squadre russe al lavoro per censire sia l’arsenale chimico siriano, che il potenziale nucleare iraniano.
L’attivazione della centrale atomica serve quindi anche come copertura per l’intervento dei russi in Iran, mentre Kiriyenko sarebbe stato incaricato da un documento congiunto russo-statunitense di discutere con Teheran le eventuali contestazioni sul programma nucleare iraniano e così giungere ieri e oggi a Ginevra all’incontro del “5+1” (Francia, Russia, USA, GB, Cina + Germania) con l’Aiea (Agenzia atomica internazionale) e l’Iran con qualcosa di concreto in mano.
Il raggiungimento di un accordo farebbe decadere le sanzioni che stanno strangolando l’Iran ormai da parecchi mesi.