Israele. Il governo Netanyahu approva la fondazione di una nuova colonia in territorio palestinese

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Fregandosene di tutto e di tutti, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha deciso di andare avanti per la sua strada di espansione territoriale e ieri sera il gabinetto di sicurezza ha approvato con voto unanime la costruzione di un nuovo insediamento in Cisgiordania, nei pressi di quello già esistente di Shiloh.
Il Times of Israel ha anche riportato che circa 222 acri di territorio palestinese saranno registrati come israeliano terra dello Stato ebraico.
Il piano serve a Netanyahu per mantenere la promessa fatta ai coloni di Amona, i quali erano stati fatti sgomberare su decisione della Corte suprema di Tel Aviv, dopo che erano stati espropriati i proprietari palestinesi.
D’altro canto dai coloni e dalla lobby dei palazzinari arriva una consistente parte del sostegno politico al governo di Netanyahu, il quale tuttavia non gode più di quello della comunità internazionale.
Anche il presidente Usa Donald Trump, la cui elezione era salutata con entusiasmo da Netanyahu in vista del progetto di trasformazione di Israele in “Stato ebraico”, incontrando in febbraio il re di Giordania ha dichiarato che “La costruzione di nuovi insediamenti o l’ampliamento di quelli esistenti al di là degli attuali confini potrebbe non aiutare il raggiungimento della pace”.
Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres ha condannato attraverso il suo portavoce il suo portavoce Stéphane Dujarric “ogni atto unilaterale che, come quello preso, minaccia la pace e mina la soluzione dei due Stati”. Ha inoltre ricorda che “le attività negli insediamenti sono illegali in virtù del diritto internazionale e costituiscono un ostacolo alla pace”.
Scontata la reazione da parte palestinese, per cui Hanan Ashrawi dell’Anp ha dichiarato che il governo di Netanyahu insiste in una politica “di colonialismo, apartheid e pulizia etnica”, e per cui il portavoce del governo di Ramallah, Yusuf Mahmoud, ha denunciato “l’escalation dell’occupazione del governo israeliano”; il ministero degli Esteri turco ha scritto in una nota che “Condanniamo la decisione di creare un nuovo insediamento illegale nei Territori palestinesi sotto occupazione del governo israeliano e i progressi nella costruzione di altri 2mila edifici residenziali in vari insediamenti illegali”.
Erano vent’anni che il governo israeliano non procedeva con la politica di costruire nuovi insediamenti: fino ad oggi si era limitato ad ampliare quelli esistenti, sempre contraddicendo le disposizioni delle Nazioni Unite.