ISRAELE. Vaticano di fronte a nodo Gerusalemme. Accordo sulle proprietà

Adnkronos, 17 giu 12 –

La firma dell’accordo fra Israele e Santa Sede sulle proprieta’ della Chiesa cattolica in Terra Santa e sul trattamento fiscale cui saranno sottoposte, e’ sempre piu’ vicina, anche se forse bisognera’ attendere ancora qualche mese – il prossimo dicembre o forse anche prima – per il raggiungimento di un accordo conclusivo. La commissione bilaterale Isralee-Santa Sede si era riunita nei giorni scorsi in Vaticano e gia’ il 12 giugno scorso si attendeva una possibile svolta nel negoziato che va avanti dal 1993, dall’anno in cui e’ stato sottoscritto dai due Stati ‘l’Accordo fondamentale’ cui dovevano fare seguito trattati sulle singole questioni. Fra i temi piu’ delicati quello relative a proprieta’ e fisco. Nei prossimi giorni, tuttavia, si rechera’ in Vaticano anche una delegazione ”di alto profilo” dei palestinesi che pure hanno intavolato con la Santa Sede analoghi negoziati, e successivamente arrivera’ nei sacri palazzi anche Abu Mazen. Peraltro da parte dell’Autorita’ palestinese e’ stata espressa la preoccupazione che l’accordo con Israele, toccando anche proprieta’ collocate a Gerusalemme est e in Cisgiordania, di fatto avrebbe comportato il riconoscimento implicito da parte della Santa Sede della sovranita’ sui territori occupati. Circostanza che e’ stata smentita sia dalla Santa Sede che dai vescovi cattolici di Terra Santa. In particolare, da parte palestinese si temeva un mutamento di posizione del Vaticano sullo status di Gerusalemme.  Il prossimo 17 luglio il leader palestinese Abu Mazen incontrera’ anche il Papa oltre ai rappresentanti della diplomazia vaticana. In merito alla questione di Gerusalemme, intanto, i vescovi di Terra Santa hanno affermato in un comunicato: ”Noi, Chiesa locale, siamo certi e dichiariamo che la Santa Sede non ha cambiato e non cambiera’ la sua posizione per quanto riguarda lo ”status” di Gerusalemme”. Il testo e’ stato diffuso in questi giorni a nome dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa (Aocts), dal suo presidente, il patriarca latino mons. Fouad Twal e dal predecessore, e attuale presidente della commissione Giustizia e Pace dell’Aocts, monsignor Michel Sabbah. Il testo ricorda che Vaticano e governo di Israele stanno lavorando a un accordo da diversi anni e che siamo ormai alle battute finali. Redatto in arabo e in francese, il comunicato menziona un chiarimento gia’ fornito di recente dalla Santa Sede nel quale fra l’altro si affermava: ”La Chiesa, con particolare attenzione alle questioni fiscali, chiede a Israele di trattare queste istituzioni in modo equo, ovunque lo Stato di Israele eserciti di fatto la sua autorita’, senza determinare se lo fa in quanto Stato sovrano o Stato occupante, e quindi senza entrare nell’aspetto politico della questione”.  ”L’accordo previsto – affermano ancora i vescovi – si riferisce esclusivamente a misure di carattere economico e fiscale, e non intende in alcun modo operare dei cambiamenti riguardanti lo ‘status’ di Gerusalemme, e tanto meno lo ‘status’ di Gerusalemme Est occupata”. Da ricordare che anche monsignor Ettore Balestrero, capo delegazione della Santa Sede all’ultima riunione della commissione bilaterale Israele-Santa Sede svoltasi il 12 giugno, aveva affermato: ”L’accordo a cui si sta lavorando riguarda la vita, le attivita’ ed il regime fiscale della Chiesa cattolica in Israele. Nell’accordo ci si vuole tenere al margine delle dispute territoriali: non si parlera’ di Gerusalemme est ne’ di localita’ nella Cisgiordania”. E su Gerusalemme est Balestrero affermava: ”La posizione della Santa Sede non e’ cambiata. E’ stata affermata nel ”Basic Agreement” tra la Santa Sede e l’Olp; e’ stata richiamata in diverse circostanze e lo sara’ nuovamente nell”Accordo Globale’ con l’Olp, attualmente in fase di elaborazione”.