KOSOVO. Russia chiede indagine Onu su presunto traffico organi dell’Uck

TMNews, 16 mar 12 –

Mosca ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di “abbandonare posizioni di ostruzionismo” ed adottare “una risoluzione rilevante” che ordini l’avvio di un’indagine circa il presunto traffico illegale di organi umani messo in campo, a danno di civili principalmente serbi, dall’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) nel Nord dell’Albania, nel biennio successivo la fine del conflitto contro Belgrado (giugno 1999). A chiedere l’intervento del consiglio di sicurezza dell’Onu è stato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, in una conferenza stampa a Mosca a fianco del collega serbo, Vuk Jeremic. La Serbia chiede con forza un’indagine ad hoc, indipendente e sotto mandato Onu. A ciò si oppongono diversi Paesi, Francia in testa, per i quali la missione dell’Ue in Kosovo, Eulex, è già pienamente competente dell’inchiesta. Ma “noi vorremmo che il Consiglio di sicurezza adotti una rilevante risoluzione. E’ necessaria se l’indagine dovrà essere davvero imparziale e comprensiva”, ha detto Lavrov. “La speranza – ha aggiunto – è che i partner occidentali, i quali non sono stati particolarmente entusiasti di questa prospettiva, la pensino finalmente meglio”. Per il capo della diplomazia di Mosca “i Paesi occidentali prendono con orgoglio le loro posizioni in difesa dei diritti umani, affermandole in ogni luogo e contesto. Per questo – ha proseguito Lavrov – spero che non saranno applicati doppi standard in questo caso, dove sono assistiamo alla violazione più flagrante dei diritti umani ed inosservanza di ogni standard morale”. Il caso del presunto traffico di organi è stato denunciato per prima da Carla del Ponte, ex Pocuratore capo del Tribunale penale internazionale dell’Aia (Tpi), nel suo libro del 2008 “La caccia”. A fine 2010, il senatore svizzero Dick Marty, ha presentato un rapporto denuncia presso il Consiglio d’Europa, che ha adottato il documento all’unanimità. Secondo il rapporto Marty nel presunto crimine sarebbe stato coinvolto anche l’attuale premier kosovaro, Hashim Thaci, leader della guerriglia anti serba al tempo dei fatti contestati. L’Uck avrebbe trasferito prigionieri civili serbi e non albanesi, ma anche kosovari accusati di collaborazionismo con i serbi, dal Kosovo nel Nord dell’Albania, per sottoporli qui ad espianto di organi, rivenduti nel mercato nero internazionale. L’Albania, ha sempre negato ogni coinvolgimento e autorizzazione ad indagare sul proprio territorio, sulla base della sua estraneità ai conflitti balcanici degli anni ’90 ed alle relative indagini legate ai crimini di guerra. Il Tpi ha potuto svolgere nel Paese delle Aquile una missione investigativa nel 2004, ma le prove raccolte sono state distrutte, in quanto ritenute, in quella sede, insufficienti. La scorsa estate l’Ue, in coordinamento con Eulex, ha costituito una task force apposita per indagare sul presunto traffico d’organi, ma la competenza territoriale della missione è limitata al solo Kosovo. Belgrado chiede, pertanto, un organo d’inchiesta, con mandato Onu e competenza territoriale internazionale. Tirana, da parte sua, si è ora detta favorevole alla cooperazione con Eulex.