La Siria di al-Assad guarda ad oriente

di Angelo Gambella

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha tenuto ieri un discorso di circa 50 minuti presso il ministero degli Esteri di Damasco di fronte ad una platea di diplomatici. I passaggi salienti dell’intervento di al-Assad riguardano il nuovo indirizzo di politica estera del paese e la lotta interna alle fazioni dell’opposizione.
al-Assad ha parlato dopo che la Fiera Internazionale di Damasco, ripresa dopo anni di interruzione, è stata oggetto di un attacco da parte ribelle con un razzo. Innanzitutto, secondo il presidente siriano, la Siria non ha permesso ai Fratelli Musulmani di prendere il potere nel paese, principale obiettivo dell’insurrezione. In riferimento al conflitto che insanguina il paese, ha dichiarato che non è fallita la rivoluzione siriana, la rivoluzione l’ha fatta in realtà l’esercito siriano vincendo contro terroristi e traditori. Ha inoltre dichiarato che i miliziani che restano nelle zone di “de-escalation” devono lasciare le armi o abbandonare la zona. L’uomo forte di Damasco, come in occasioni analoghe, ha rivolto parole di apprezzamento agli alleati: Russia, Cina, Iran, gli Hezbollah libanesi.
Ha poi riservato parole dure per il presidente turco Recep Tayyp Erdogan: la presenza turca ad Astana serve per coprire i terroristi.
In un successivo comunicato al-Assad ha dichiarato che i soldati turchi presenti sul suolo siriano devono essere considerati invasori. Attaccando il presidente turco, di fatto al-Assad tende la mano ai curdi, con cui a fine guerra dovrà dialogare, tuttavia ha ribadito l’integrità territoriale del paese e l’importanza della cultura araba. La guerra non ha cambiato lo stile di vita dei siriani. Se da una parte al-Assad ha ribadito la disponibilità a ristabilire rapporti diplomatici con i paesi dell’occidente, ha dichiarato che per esperienza personale non si aspetta nulla di nuovo. Il miglioramento della comunicazione con il mondo esterno ha fatto comunque cambiare significativamente l’orientamento dell’opinione pubblica occidentale mostrando talune falsità. al-Assad, di fatto, pone ancora una volta la sua sfida contro tutte le pressioni internazionali per una transizione del potere in Siria. Il fulcro del discorso di al-Assad è che la Siria deve guardare all’Est “politicamente, culturalmente ed economicamente”, poiché l’oriente ha tutto quel che serve alla Siria. L’ovest non ha dato nulla di utile alla Siria, nemmeno nei tempi migliori, e l’economia siriana sta iniziando la ripresa nonostante le sanzioni economiche. La geopolitica secondo al-Assad si può sintetizzare in questo modo: la Siria torna a guardare ad oriente, per l’occidente l’occasione è persa.