LIBANO. Attentato in quartiere Hezbollah. Si pensa agli oppositori siriani

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Libano attentato beirutAttentato terroristico ieri sera a Beirut, in una zona situata tra i quartieri di Bir el-Abeid e Roueiss, controllata dal movimento sciita degli Hezbollah: il bilancio è di 22 morti e di circa 325 feriti, ed è stata devastata la roccaforte Hezbollah di Beirut.
L’attentato è stato rivendicato da un gruppo siriano che si definisce “La brigata di Aisha, la madre dei credenti”.
Gli Hezbollah sono impegnati al momento con circa 4mila miliziani nei combattimenti in Siria, a fianco delle truppe di Bashar al-Assad e di un numero imprecisato (si pensa circa 4mila) di pasdaran iraniani.
Nonostante questo il portavoce dell’Esercito libero siriano, Loay al-Mikdad, ha dichiarato che “è assurdo” accusare i ribelli dell’ “atto codardo che ha l’obiettivo di distruggere la sicurezza e la stabilità del popolo libanese”.
In realtà mai come oggi l’opposizione siriana è frammentata ed al di fuori di ogni controllo di quelli che dovrebbero essere gli organismi direzionali, basti pensare ai gruppi qaedisti di “Jabat al-Nusra” e dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante”, o ancora agli scontri a fuoco fra questi ed i curdi per il controllo dei check-point del nord o con l’Esercito libero siriano stesso per prendere il controllo di parti del territorio. Spesso si tratta di miliziani arrivati da ogni dove, ai quali interessa solo l’instaurazione di uno stato islamico rigidamente osservante della Sharia.
Il presidente libanese Michel Suleiman, ed il ministro dell’Interno, Marwan Charbel, hanno puntato il dito contro Israele accusandolo di voler destabilizzare il Libano.