Libia. A Londra si discute del futuro del paese. Ne parliamo con Sausan Ghoshen di Unsmil

di Vanessa Tomassini –

Si svolge oggi a Londra la riunione ministeriale sulla Libia. Al meeting presso la Lancaster House, partecipa anche il nostro ministro degli Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, insieme ai colleghi di Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Egitto ed Emirati. Tutti invitati ad eccezione di Iran e Qatar, un chiaro segno per la fratellanza musulmana. Gli occhi sono tutti per Ghassan Salamè, rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Missione in Libia (Unsmil). Il meeting serve a riflettere sullo stato attuale della Libia e su come sostenere un’azione coordinata capitanata e gestita dalle Nazioni Unite che metta fine alle tante iniziative portate avanti dai singoli stati che rischiano di generare altro caos. I capi della diplomazia hanno occasione di fare una riflessione in vista del concilio sullo stesso tema che Guterres ha annunciato a New York, a margine dell’Assemblea Generale Onu, per il 20 settembre prossimo. Tema centrale della discussione è la pianificazione di nuove azioni vista l’imminente scadenza, il 17 dicembre prossimo, dell’accordo di unità nazionale fra Tripoli e Tobruk, meglio noto come accordo di Skhirat. I passi fondamentali per l’unificazione della Libia sono l’adozione di una nuova Costituzione, modifiche all’Accordo Politico Nazionale ed infine elezioni politiche legittime.
Nel particolare si sta valutando di modificare l’art.8 dell’accordo che vede le forze armate sottoposte al Consiglio presidenziale. Aguila Saleh, rappresentante della Camera di Tobruk, avrebbe espresso la volontà di passare il controllo dell’esercito all’organo legislativo, al contrario di quanto desiderato dal generale Khalifa Haftar, che più volte aveva chiesto di essere lui a capo del Libian Army. Ipotesi sempre respinta dal presidente del Consiglio di Stato, Abdulrahman Asswehly.
Anche se dal Palazzo di Vetro un’ipotesi di elezioni nel breve periodo sembra suscitare diversi dubbi, i libici vedono affacciarsi sulla scena politica diverse figure pronte a contendersi la guida del paese. Tra queste spicca la figura di Basit Igtet. Orginario di Bengasi ma residente in Svizzera, da luglio continua ad invitare il popolo libico a marciare in piazza dei Martiri il 25 settembre per sostenere quello che ha chiamato la nuova “liberazione” delle sofferenze popolari dalle attuali politiche di oppressione e di fame dei governi libici. I video hanno scatenato la rete, soprattutto, l’imprenditore ha dalla sua un grande progetto economico, anche se non convince tutti. Il rischio – si chiedono in molti- è che la manifestazione possa essere utilizzata da milizie ed islamisti a loro favore.
Tornando al meeting di oggi, abbiamo contattato l’ufficio stampa Unsmil, la cui portavoce Sausan Ghoshen ha risposto ad alcune delle nostre domande.

– Il 17 dicembre terminerà l’accordo Skhirat. Quale sarà la nuova strategia proposta da Unsmil?
Il secondo anniversario del Accordo Politico Libico (LPA) è il 17 dicembre. Vi è incertezza su quale sia effettivamente la fine del periodo transitorio descritto nel trattato. Uno dei compiti più immediati è contribuire a creare un consenso tra i libici sul significato giuridico e politico di quella data. Un consenso sta emergendo tra i libici sulla modifica dell’Lpa. C’è anche una richiesta crescente e diffusa di nuove elezioni, nonché di adottare una costituzione. È necessario un pacchetto politico per coordinare coerentemente questi tre elementi. Qui la sequenza è l’essenza del gioco. I libici possono riuscire a passare in questi tre processi solo se definiscono in quale ordine e con quale urgenza dovrebbero farlo e se li aiutiamo a combinare i tre in un unico pacchetto, che più o meno tutti considerino accettabile”.

– Come ci si aspetta di arrivare alle elezioni politiche in Libia?
I libici sono quelli che decidono sulle elezioni, secondo i loro tempi, la legge elettorale e la loro pianificazione”.

– C’è qualche rischio di confusione dalle molte iniziative portate avanti dai singoli paesi?
Il nostro rappresentante Ghassan Salamè ha ripetuto più volte che la comunità internazionale deve agire in sintonia, in uno spirito di coordinamento non competitivo, in un approccio di complementarità e non di unilateralismo, con l’obiettivo primario di aiutare i nostri amici libici a non trovarsi in ulteriore divisione”.

– Quali saranno le prossime mosse di Unsmil per giungere alla riconciliazione e la pace libica?
Un nuovo piano d’azione sarà annunciato il 20 settembre presso l’Assemblea Generale. Questo piano d’azione è stato sviluppato in consultazione con le parti libiche e sarà attuato dalla Libia con la facilitazione delle Nazioni Unite”.

– Che cosa può fare l’Italia per aiutare Unsmil in questa missione?
L’Italia deve continuare a sostenere un processo politico di proprietà libica, facilitato dalle Nazioni Unite”.

La riunione di oggi sarà anche fondamentale per comprendere gli sforzi necessari affinché Unsmil, negli ultimi tre anni ospitato in Tunisia, possa tornare in sicurezza in Libia. A tal proposito Salamè nell’ultimo Concilio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 28 agosto aveva dichiarato che “per portare avanti il nostro mandato, continuiamo a prepararci per aumentare la presenza della famiglia delle Nazioni Unite a Tripoli, e da Tripoli in tutto il paese, come le condizioni di sicurezza consentono. Un convoglio del personale di Unsmil è stato attaccato con colpi di pistola, propulsori a razzo e granate il 28 giugno. Un membro del personale è stato ferito e siamo fortunati non ci siano state ulteriori vittime. La presenza delle Nazioni Unite in Libia è già significativamente più grande di qualsiasi altra missione diplomatica e presto si espanderà ulteriormente. Dobbiamo essere consapevoli che ci sono rischi reali nell’operare in Libia, ed è essenziale per me per assicurarci che questi rischi vengano mitigati nel modo più efficace possibile”. Aggiungendo che “L’Onu è pronta ed è in grado di agire nel migliore interesse di tutti i libici, a pari distanza da tutte le parti”. “Spero molto – aveva concluso il Rappresentante speciale – che con la fiducia dei nostri partner libici e la fiducia delle organizzazioni regionali e dei membri interessati, saremo in grado di rafforzare e unificare i nostri sforzi collettivi, e insieme ripristinare la Libia nel suo posto giusto nella famiglia delle nazioni, come un unito, stabile e prosperoso paese”.

Angelino Alfano con Ghassan Salamé. (Foto Maeci).