Libia. Haftar pronto all’assalto finale su Tripoli

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Per il generale “di Trobruk” Khalifa Haftar e il suo Lna (Libyan National Army) è questione di poco e vi sarà l’assalto finale a Tripoli, per buttare a mare il governo riconosciuto dalla comunità internazionale, l’Italia e la sua zona di influenza. L’obiettivo principale di Haftar non è tuttavia quello i stabilizzare il paese e di introdurvi la (più o meno) sospirata democrazia, bensì mettere le mani sui soldi della Banca centrale per prendere il controllo di tutto, come ha osservato l’International Crisis Group (Icg) in maggio, aggiungendo nel suo rapporto che per fermare l’offensiva su Tripoli i finanziatori di Haftar, in particolare i sauditi e gli emiratini, avrebbero dovuto interrompere il flusso di denaro verso Bengasi.
A sostenere l’avanzata di Tripoli sono, oltre ai sauditi ed agli emiratini, i francesi, ma anche il presidente Usa Donald Trump non ha fatto mistero di vedere di buon occhio Haftar al comando della Libia. D’altro canto i detrattori di Haftar hanno sempre sostenuto che il generale fosse da sempre al soldo di Washington poiché, fatto prigioniero nel 1987 dall’esercito ciadiano in occasione della “Guerra delle Toyota”, è stato poi prelevato dalla Cia e portato negli Usa, dove vi è rimasto fino al 2011 per ricomparire in Libia a comandare la piazza di Bengasi nell’insurrezione che ha portato alla deposizione di Muammar Gheddafi.
Il governo “di Tripoli” guidato da Fayez al Serraj, ha espresso in più occasioni preoccupazione per l’offensiva annunciata prima di tutto dai rapporti di intelligence, dai quali si appura l’intenzione di colpire con aerei nodi strategici come l’aeroporto di Mitiga. Ha quidìndi chiesto esplicitamente all’Onu e alla comunità internazionale di assumersi le proprie responsabilità e intervenire con i fatti e non solo con le condanne per impedire nuovi spargimenti di sangue del popolo libico.
al-Serraj ha comunque fatto sapere che regolari e milizie sono pronti a rispondere all’assalto.