Libia. I Navy Seals statunitensi assaltano la “Morning Glory”: necessario impedire le vendite autonome di greggio

di Guido Keller – 

morning glory navy seals grandeLa furia di Tripoli per la “Morning Glory”, la petroliera battente bandiera nordcoreana carica di 350mila barili di greggio venduto illegalmente dai miliziani di al-Sidra, si è tradotta con l’assalto dei Navy Seals della Marina statunitense e la presa del controllo del natante: a renderlo noto è stato il Pentagono, il quale ha anche informato che nell’operazione nessuno è rimasto ferito.
Il 12 marzo scorso il premier Ali Zeidan, deposto dal parlamento proprio quel giorno, aveva mantenuto fede alle sue minacce ed aveva inviato la Marina libica a bombardare la petroliera, bloccandola all’imboccatura del porto di al-Sidra. Qualche giorno dopo la nave aveva ripreso la navigazione diretta verso Cipro, dopo essersi dileguata nottetempo fra le maglie larghe della Marina libica. E difatti Washington ha precisato che “l’operazione è stata richiesta dai governi libico e cipriota”.
La crisi era iniziata lo scorso 9 marzo, quando le milizie autonome avevano fatto arrivare la nave al terminale, evidentemente per autofinanziarsi: infuriato, Zeidan ha minacciato che “La petroliera sarà bombardata se non rispetterà l’ordine di lasciare il porto”, controllato dai secessionisti della Cirenaica dallo scorso agosto.
La vendita del petrolio era stata inaugurata addirittura con una cerimonia dal premier dell’autoproclamatosi governo della Cirenaica (Barqa), Abdo Rabbo al-Barassi, e, come ha spiegato il Pentagono, tre uomini armati erano saliti sulla petroliera per costringere il comandante a condurla in porto.
Ad ideare la vendita autonoma del petrolio, di proprietà della libica Noc, è stato Ibrahim Jadran, uno degli ex leader degli insorti contro Gheddafi, messo poi a capo della sicurezza e del controllo sugli impianti di petrolio; Jadran, approfittando della sua posizione, ha quindi organizzato proteste che hanno portato alla chiusura degli impianti per chiedere che una maggior parte dei proventi dalla vendita del petrolio rimanessero nelle zone di estrazione.
Con quest’azioen Tripoli ha voluto dare l’esempio ed evitare che si creasse un precedente: quello della “Morning Glory” non è il primo tentativo operato dai secessionisti della Cirenaica di vendere autonomamente greggio per fare soldi: il 6 gennaio la Marina libica aveva impedito a due petroliere di entrare nel porto di al-Sidra e la Noc, la Compagnia nazionale libica del petrolio, aveva reso noto che “Le forze della Marina libica hanno impedito a una petroliera battente bandiera maltese, che era in trattative con fazioni considerate illegali, di entrare nel porto di al-Sidra per caricare del petrolio”. Sempre la Noc aveva informato anche che gli armatori di un’altra petroliera, che aveva in programma di “dirigersi nel porto di al-Sedra per le stesse ragioni”, sono stati avvertiti che è “illegale” mandare imbarcazioni in quel terminale. L’Assemblea Generale di Tripoli ha poi deliberato la creazione di una forza militare per riprendere il controllo dell’impianto, gruppo operativo che, come è stato reso noto, “sarà attivo entro una settimana”. Nuri Abu Sahmain, portavoce dell’Assemblea, ha spiegato che è necessario “liberare i terminal petroliferi e rompere l’assedio”.