LIBIA. In atto un tentativo di golpe guidato dal generale Haftar

di Guido Keller –

Haftar khalifaSempre più voci danno come in atto in Libia un colpo di Stato ad opera dei militari: in particolare l’emittente panaraba al-Arabiya ha reso noto l’annuncio da parte dell’Esercito della sospensione del Parlamento e del governo. A guidare i militari, che hanno preso il controllo delle vie principali della capitale, è il generale dell’Esercito libero Khalifa Haftar, uno dei militari più impegnati nella lotta contro Gheddafi, il quale ha ieri dichiarato che “Il comando nazionale dell’Esercito libico si sta muovendo per impostare la nuova road map per salvare il paese dalla sciagura” e quindi farlo uscire dalla crisi politica.
Già nei giorni scorsi Notizie Geopolitiche aveva riferito di movimenti che si preparavano ad un golpe, anche se ieri era giunta la notizia di uno sventato tentativo di colpo di Stato, per altro semi-annunciato già per lo scorso 7 febbraio.
Una fonte del governo di Ali Zeidan ha comunque  in parte smentito quanto diffuso da al-Arabiya, affermando che “A Tripoli regna la calma”; altre fonti affermano che lo scalo della capitale “funziona normalmente”
La situazione in Libia permane caotica, con il governo di Ali Zeidan cronicamente sull’orlo di cadere, circa 500 milizie che dal dopo-rivoluzione non hanno accettato l’invito di deporre le armi o di sciogliersi nell’Esercito, la società frammentata in tribù costantemente in guerra fra loro, venti di secessione del Fezzan e della Cirenaica, la presenza di forze jihadiste specialmente nella parte centro-meridionale del paese, gruppi di militari fedeli all’ancien regime la cui avanzata è stata sedata solo pochi giorni fa e soprattutto una spirale di violenza, fatta di conflitti a fuoco, omicidi, sequestri e scontri.
In questo quadro l’Italia è stata chiamata dal G8 che si era svolto a Lough Erne il 18 giugno scorso ad intervenire ed il 4 luglio il premier libico Alì Zeidan e quello italiano Enrico Letta si erano incontrati a Roma per discutere di accordi volti a rimettere in sicurezza il Paese; militari libici sono addestrati in questi giorni da quelli italiani a Cassino ed in altri centri. Oltre agli accordi per la sicurezza, sul piatto anche 110 mld di dlr di appalti precedentemente stipulati (circa 11mila contratti) e la ripresa delle opere di costruzione delle infrastrutture lasciate a metà dalle ditte straniere a causa della rivoluzione.