Libia. Obama invia due navi da guerra e 200 marines, pronti per ogni evenienza

di Guido Keller –

Potrebbe esserci al-Qaeda dietro l’attacco al consolato statunitense di Bengasi: ne sono sempre più convinti al Pentagono, anche perché da subito è apparso chiaro che i rivoltosi hanno puntato alla rappresentanza diplomatica a colpo sicuro, sapendo che in quel momento vi si trovava l’ambasciatore Chris Steven.
Ricordiamo che l’incendio appiccato da coloro che manifestavano per l’uscita in Usa del film ritenuto blasfemo “Innocence of Muslim” (L’innocenza dei musulmani), ha causato la morte dell’ambasciatore Stevens, di tre funzionari della rappresentanza diplomatica ed di una decina di poliziotti libici.
Nella serata di ieri è intervenuto il presidente Barak Obama, il quale ha spiegato che gli “Stati Uniti restano vigili” e che ”dobbiamo assicurarci di continuare a esercitare pressione su al- Qaeda e gli affiliati in altre parti del mondo, come il Nord Africa e il Medio Oriente. Questa è una cosa che sono determinato a fare”;  il Pentagono ha quindi mosso due navi da guerra verso le coste libiche: si tratta della USS Laboon e della USS McFaul, entrambe armate con missili Tomahawk e, si presume, di aerei drone.
Obama ha anche fatto sapere di aver disposto la partenza di 200 marines per la Libia, ma, come Notizie Geopolitiche aveva già annunciato a gennaio, il progetto di inviare unità altamente addestrate in Libia è tutt’altro che nuovo (vedi).