L’Unione Economica Euroasiatica aprirà delle Trading Houses in Iran

di Silvia Boltuc * –

Il ministro del Commercio della Commissione Economica Eurasiatica (EEC), Andrei Slepnev, ha proposto la creazione di Trading Houses (centri di intermediazione finanziaria per spingere l’import-export) dell’Unione Economica Euroasiatica (EAEU) in Iran e in altri paesi partner promettenti, a seguito della firma di un accordo globale di libero scambio (FTA) nel dicembre 2023.
Questa iniziativa mira a sfruttare le condizioni di accesso esclusivo al mercato garantite attraverso il FTA, anticipando un aumento sostanziale del commercio bilaterale. Il FTA, firmato il 25 dicembre 2023, si basa sul precedente accordo interinale e ha potenziato in modo significativo gli scambi tra EAEU e Iran.
La proposta di Slepnev è emersa durante il forum internazionale “Russia 2030 e il Nuovo Ordine Economico Mondiale: Fattori Chiave e Ruolo delle Imprese” tenutosi a Mosca nel febbraio 2024.
L’appello di Slepnev per la creazione di diverse Trading Houses sottolinea la necessità di un approccio duraturo che vada oltre un singolo accordo, per accrescere il giro d’affari e di scambi sotto l’ombrello dell’Unione Economica Euroasiatica. Al di là dei vantaggi economici immediati, questa proposta posiziona infatti l’EAEU come attore centrale nel plasmare il futuro ordine economico nella regione eurasiatica.
L’eliminazione dei dazi doganali sulle importazioni su quasi il 90% delle materie prime attraverso l’Accordo di Libero Scambio tra l’Unione ed il Paese mediorientale apre la strada ad ampie opportunità. Tuttavia, la proposta di aprire società commerciali comporta una serie di sfide che devono essere affrontate per garantire il successo dell’iniziativa. Le complessità logistiche, tra cui la gestione della catena di fornitura e il trasporto, la conformità normativa e le sfumature culturali che pervadono anche il mondo dei rapporti mercantili, presentano sfide che richiedono una considerazione meticolosa.
Nonostante tali sfide, queste Trading Houses offrono un’opportunità senza precedenti per creare condizioni esclusive per l’accesso al mercato. Queste piattaforme dinamiche sono pronte a fungere da catalizzatori per lo sviluppo del business, favorendo un ambiente favorevole al networking e allo scambio di conoscenze.
La proposta del ministro Andrei Slepnev sottolinea il desiderio di Mosca e Teheran di approfondire non solo la collaborazione economica, ma anche l’influenza geopolitica nella regione eurasiatica.
In seno al FTA Slepnev prevede una traiettoria di crescita significativa dagli attuali 6 miliardi di dollari a un target di 18-20 miliardi di dollari entro i prossimi anni. Significativo è anche che la proposta sia stata presentata al forum internazionale Russia 2030 e il Nuovo Ordine Economico Mondiale, riflettendo il sostegno sia di Mosca che di Teheran ad una riconfigurazione del mercato euroasiatico con molteplici centri di potere, secondo il cosiddetto nuovo ordine multipolare.
Guardando al futuro, le implicazioni geopolitiche ed economiche della creazione di centri finanziari dell’EAEU in Iran sono profonde. Teheran sta tentando di affrancarsi dall’isolamento internazionale con partner regionali fortemente interessati alle potenzialità della Repubblica Islamica e dalla sua posizione strategica.
Dalla Cina alla Russia, dalle repubbliche centroasiatiche al Caucaso, sono tanti gli attori strategici che guardano all’Iran per cooperazioni più strette.
Se da un lato ci sono Paesi che hanno visto moltissimi investimenti esteri diretti arrivare negli ultimi anni riducendo le potenzialità inesplorate e portando ad una saturazione del mercato, il fatto che l’Iran sia rimasto tanti anni isolato, anche in termini di investimenti, ha creato una varietà notevole di occasioni non colte in termini di settori strategici in cui investire.
Se l’oil and gas rimane il settore più ampiamente attenzionato da parte degli osservatori internazionali, in realtà Teheran offre un’ampia gamma di fette di mercato di cui profittare reciprocamente per produrre utili e accrescere l’import-export.
Come conseguenza secondaria di questo network regionale che si va espandendo, ci sarà una maggiore stabilità. Attori come l’Arabia Saudita o l’Azerbaijan hanno già colto il vantaggio di distendere le relazioni con la Repubblica Islamica dell’Iran in cambio di indubbi vantaggi economici, di collegamenti infrastrutturali o di sicurezza. Benché la guerra in Medio Oriente rischi un improvviso allargamento, i paesi della regione stanno investendo in importanti collegamenti infrastrutturali, non ultimo quelli all’interno del Corridoio di Transito Nord Sud che collegherà la Russia all’Iran attraverso il Caucaso, dimostrando una determinazione nel voler accrescere il mercato euroasiatico.

* Articolo in Media Partnership con SpecialEurasia.