Mali. La Giunta militare ha dichiarato la rescissione del cruciale accordo di Algeri del 2015

di Alberto Galvi

La Giunta militare al potere del Mali ha dichiarato la brusca rescissione del cruciale accordo di Algeri del 2015 con i gruppi Tuareg indipendentisti del nord. L’annuncio è stato dato in una dichiarazione televisiva dal colonnello Abdoulaye Maïga, portavoce del governo nominato dai militari.
L’accordo, considerato vitale per la stabilizzazione del paese, è stato oggetto di contesa negli ultimi anni. I ribelli separatisti, raggruppati sotto il CMA (Coordinamento dei Movimenti Azawad), avevano già accusato la giunta militare nel luglio 2022 di “abbandono” del patto. L’accordo di Algeri prevedeva l’integrazione degli ex ribelli nelle forze di difesa maliane nonché una maggiore autonomia per le regioni del paese.
L’Accordo di Algeri ha dovuto affrontare ulteriori sfide nel 2023 con la ripresa delle ostilità tra gruppi indipendentisti, principalmente i Tuareg nel Nord, e l’esercito maliano in seguito al ritiro della MINUSMA (Missione di stabilizzazione integrata multidimensionale delle Nazioni Unite in Mali) orchestrata dalla giunta.
All’inizio del 2023 il colonnello Assimi Goïta, leader della giunta, ha dichiarato l’instaurazione di un dialogo inter-maliano diretto per dare priorità alla titolarità nazionale del processo di pace.
La fine dell’Accordo di Algeri si allinea con una serie di rotture avviate dai militari che hanno preso il potere nel 2020. La giunta ha reciso i legami con la Francia e i suoi partner europei rivolgendosi alla Russia, e costretto alla partenza della MINUSMA. La fine avviene anche nel contesto delle relazioni tra il Mali e l’Algeria, con cui il Mali condivide centinaia di chilometri di confine. La fine dell’Accordo di Algeri complica le già difficili prospettive di pace e stabilità in Mali.