Malvine: schermaglie tra l’Argentina e la GB. E l’Uruguay non abbandona la Casa Rosada

di Enrico Oliari –

Acque sempre più agitate nei mari delle Malvine, dopo il ritrovamento di un vasto giacimento di petrolio annunciato lo scorso settembre dalla compagnia britannica Rockhopper: a inserirsi nella delicata controversia fra la Gran Bretagna, alla quale appartengono le isole ‘Malvinas’ altrimenti dette ‘Falkland’ e l’Argentina, che ne reclama la sovranità, è l’Uruguay, guidato dal presidente Josè Mujica.
Parlando di una ‘decisione del tutto autonoma’ (ma si pensa ad una pressione diretta della Casa Rosada), Mujica ha ordinato all’Amministrazione dei porti dell’Uruguay il divieto di entrata delle navi che battono bandiera delle Falkland, ovvero inglese, cosa che rientrerebbe nel quadro di quanto stabilito in occasione di un recente  summit dell’Unasur, l’Unione degli Stati sudamericani.
Più esplicito è stato il ministro degli Esteri Luis Almagro, il quale ha spiegato senza mezzi termini che ‘dobbiamo vedere quali sono le variabili del diritto, ma se vogliamo essere coerenti con la nostra posizione, secondo la quale le Malvine costituiscono l’ultima enclave coloniale europea in America Latina, non possiamo non mantenere il nostro stop’.
Irritazione e perplessità sono state espresse da Londra, la quale ha fatto sapere in una nota che ‘ne’ noi, ne’ le isole Falkland ci daremo per vinti davanti a coloro che cercano di intimidire o ricattare’, ma all’orizzonte si intravedono nubi poco promettenti sui rapporti fra il Sudamerica in generale e la Gran Bretagna.
Nel 2007 la nave inglese da guerra HMS Nottingham, che era ferma in quanto priva di rifornimento, era stata fatta allontanare in modo forzato dalla zona delle Malvine dalla marina dell’Uruguay, mentre va ricordato che col prossimo giugno ricorrerà il 30esimo anniversario della risposta dell’allora premier inglese Margareth Tacher allo sbarco delle truppe argentine sulle Malvine: dopo l’approvazione della Risoluzione Onu 502 del 3 aprile 1982, la ‘Lady di Ferro’  inviò navi da guerra, sottomarini nucleari, aerei e truppe che in alcune settimane riconquistarono il territorio, con un bilancio complessivo di  997 morti, 1.854 feriti e 11.372 prigionieri, quasi tutti argentini.
Più recentemente Londra ha fatto sapere in modo ufficiale la propria intenzione di ‘blindare’ il piccolo arcipelago creando una zona di protezione ambientale intorno alle isole Georgia del Sud e le Sandwich  ed il 7 dicembre scorso la Reuters informava che la Gran Bretagna ha fatto persino pressioni sulla Spagna per protestare in merito ai controlli che l’Argentina attua sulle navi da pesca con licenza inglese battenti bandiera iberica, provenienti dalle Malvine e dirette in Uruguay.
Come se non bastasse ed in perfetto humor inglese, il governo di Sua Maestà ha annunciato l’imminente arrivo del principe William nelle Malvine tra febbraio e marzo, quale membro effettivo della Royal Air Force: si tratta di un’ulteriore schermaglia nel panorama delle già tese relazioni fra l’Argentina e la Gran Bretagna, tanto che la presidente Cristina Fernandez de Kirchner, ha parlato di un terribile affronto.