EGITTO. La Grande moschea di al-Azhar, ‘matrimoni gay crimine contro l’umanità’

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gayMentre negli Stati Uniti il segretario alla Giustizia Loretta Lynch ha disposto che alle coppie dello stesso sesso sposate siano riconosciuti gli stessi benefit di quelle eteroaffettive, la Grande moschea di Al-Azhar ha decretato che le unioni gay rappresentano un “crimine contro l’umanità”, ponendosi così dichiaratamente contro quella che è stata definita una “perversione sessuale chiamata matrimonio tra omosessuali”. “L’unione fra due persone dello stesso sesso non è una vittoria dei diritti umani – spiega in una nota l’istituto – bensì contraddice l’onore che Dio ha conferito all’uomo e il fatto che lo ha elevato sopra tutte le Sue creature”. (…) “E’ quindi un “crimine contro l’umanità, una palese violazione ai diritti umani e una distorsione della sua libertà”.
La Grande moschea di al-Azar, centrale nel mondo sunnita e guida per centinaia di milioni di musulmani, ha ricordato che “il matrimonio nell’Islam avviene solo tra un uomo e una donna secondo le regole della sharia che ne ha stabilito i pilastri e le condizioni, vietando tutti i rapporti peccaminosi al di fuori del quadro del matrimonio legale”. Questo “per evitare che l’umanità cada nella depravazione, nella decadenza e nella corruzione sociale e familiare”.
Va quindi combattuto “ogni turpe tentativo di invadere i Paesi islamici con appelli” alle unioni gay, dopo che “alcuni Paesi hanno regolamentato e accettato” tale pratica.
Sempre la prestigiosa università islamica ha condannato la “campagna guidata da forze e organizzazioni mondiali che utilizzano ogni mezzo, come i media, le conferenze e i volti di alcuni personaggi famosi, allo scopo di fare propaganda alla perversione sessuale e di regolamentarla”.
Quasi tutti i paesi islamici adottano leggi di condanna dei rapporti omosessuali con pene che arrivano fino a quella capitale, ma il timore è che quanto stabilito oggi da al-Azhar possa avviare nuove persecuzioni. Solo ieri nella “laica” Turchia il gruppo “Young Islamic Defence” ha affisso manifesti ad Ankara con minacce di morte per i gay.
In Marocco il ministro della Sanità Houssei Louardi ha proposto lo scorso giugno di depenalizzare l’omosessualità nel suo paese, alla luce delle riforme sui diritti civili che l’amministrazione di re Mohammed VI sta attuando.