Marocco. Iniziato il processo per le violenze di Laayoune

di Yassine Belkassem* –

Si è aperto il 1° febbraio a Rabat il processo che vede imputate 24 persone accusate degli atti di violenza e degli omicidi che hanno interessato la città marocchina di Laayoune. Era il 2010 quando un gruppo di abitanti della città avevano montato le loro tende nella zona di Gdim Izik per un’azione di protesta volta a rivendicare benefici sociali, come la casa, il lavoro, la costruzione della superstrada Agadir – Laayoune ed ancora quanto è indicato nella Carta di Promozione Nazionale.
Le autorità pubbliche marocchine avevano permesso agli organizzatori di manifestare liberamente alla condizione che la protesta non si fosse trasformata in una minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico ed avevano garantito un’assistenza di base, con acqua, medicinali, servizio di pronto soccorso e soprattutto la libertà di movimento dentro e fuori l’accampamento, che ospitava famiglie povere e  precari.
Purtroppo vi si sono inseriti anche opportunisti, malintenzionati, e chi aveva il progetto di far fallire il dialogo fra le autorità ed i manifestanti; si sono formate quindi bande composte da elementi pericolosi che hanno fatto ricorso all’intimidazione e alla violenza fisica e psichica contro le persone dell’accampamento, in particolare contro gli anziani, le donne ed i bambini per impedir loro di lasciare l’accampamento e di smontare le tende, come pure vero i giornalisti e le autorità pubbliche.
Appurata l’impossibilità di portare i malintenzionati alla ragione, non è restato altro che il ricorso alla forza pubblica per procedere all’evacuazione dell’accampamento, ma la reazione delle bande è stata quella di scagliare bombe Molotov, impugnare armi bianche e machete e persino lanciare bombe a mano e sassi, reazione che ha portato alla morte di 12 membri delle Forze dell’Ordine e della protezione civile e ben 70 feriti, nessuno dei quali membro delle bande.
Le violenze sono quindi arrivate a Laayoune, con devastazioni, incendi di case e rapine ed un membro della Forza pubblica barbaramente assassinato.
Per via delle eccezioni presentate dagli avvocati, il processo riprenderà l’8 febbraio.

*Coordinatore della Rete delle Associazioni della Comunità Marocchina in Italia (RACMI) e SG della Federazione Africana in Toscana