Marocco. Israele riconosce la marocchinità del Sahara

Ma prima o poi Netanyahu presenterà il conto.

di Enrico Oliari

Israele e Marocco sempre più vicini, dopo che nel quadro degli accordi di Abramo sono state riaperte le relazioni diplomatiche e commerciali. Come hanno fatto gli Usa, anche il governo di Benjamin Netanyahu ha annunciato il riconoscimento della marocchinità del Sahara, nonché di aprire un consolato a Dakhla. Si tratta di un duro colpo al Polisario e all’Algeria, che lo sostiene, e segue la dichiarazione tripartita del 22 dicembre 2020 tra il Regno del Marocco, gli Stati Uniti d’America e lo Stato di Israele.
All’annuncio dell’iniziativa israeliana, re Mohamed VI del Marocco ha inviato un messaggio di ringraziamento al premier Netanyahu, sottolineando che questa decisione “è stata accolta con entusiasmo dal popolo marocchino”, in quanto la questione della marocchinità del Sahara rappresenta “la causa nazionale del Regno e la priorità della sua politica estera”.
Nel suo messaggio il re ha scritto che “la vostra decisione è lungimirante. Perché fa parte dell’irreversibile dinamica internazionale che vede molti paesi, di tutte le regioni del mondo, favorevoli a una soluzione politica definitiva di questa anacronistica disputa regionale, sulla base dell’iniziativa marocchina di autonomia per il Sahara e nel quadro della sovranità e l’integrità territoriale del Regno”. Ha quindi invitato Netanyahu in Marocco al fine di rafforzare ulteriormente i legami tra i due paesi, e già sono giunti nel paese nordafricano armamenti di fabbricazione israeliana, nella fattispecie i lanciatori Puls con i relativi sistemi modulari integrati C4I della Elbit Systems, droni e sistemi anti-drone Skylock Dome, nonché dall’Israel Aerospace Industries (IAI) il sistema di difesa aerea e missilistica Barak MX.
La dichiarazione tripartita ha tuttavia un costo di cui al momento non si conosce l’identità, ma che certamente interessa la posizione del regno sul conflitto israelo-palestinese. Attualmente la posizione ufficiale del Marocco si limita a chiedere, come già aveva fatto la Santa Sede, il riconoscimento di uno status speciale per Gerusalemme, capitale di due stati, ma ufficiosamente vi è certamente di più.
Certo è che il governo di Israele, che come da tradizione difficilmente entra nei conflitti territoriali che non lo riguardano in modo diretto, saprà capitalizzare l’appoggio politico del Marocco nel conflitto con i palestinesi, con Netanyahu che non ha fatto mistero della sua intenzione di assorbire parte della Cisgiordania.