MESSICO. Il Michoacán ha ancora problemi con la violenza dei cartelli

di Marco Dell’Aguzzo –

los blancos de troyaLunedì 29 giugno su una pagina Facebook dal nome “Los Blancos de Troya” è comparsa una foto che ritraeva cinque uomini in maglietta bianca e pantaloni azzurri, tutti con un sombrero calato sul viso e tutti armati con grossi fucili d’assalto. Davanti a loro, su una branda, erano stati posati due lanciarazzi e un Barrett calibro 50, un’arma in grado di far saltare in aria un aereo.
La foto era accompagnata da un messaggio in cui i cinque si presentavano come membri di un nuovo gruppo di vigilanti di Apatzingán, Los Blancos de Troya appunto, nato con lo scopo di liberare il municipio della quarta città più grande del Michoacán da tutti i criminali e i narcotrafficanti. I commentatori su Internet si dividono: alcuni vedono nei Blancos de Troya “una presa in giro di un cartello verso i gruppi di autodifesa”, mentre altri li difendono come i nuovi paladini del popolo che si oppongono all’inefficienza dei governi.
I media messicani iniziano a scrivere dei “Blancos” da martedì 7 luglio, e oggi Salvador Jara Guerrero, governatore del Michoacán, ha riferito in un’intervista che non esisterebbero prove dell’esistenza di questo gruppo, e che potrebbe perciò trattarsi “di uno scherzo su Facebook”. Ha comunque assicurato che il governo sta già provvedendo alle indagini, e ha ammesso che lo stato ha un problema “non risolto” con la sicurezza, dovuto a “piccoli” (dice lui) rimasugli di cartelli.
Il governatore ha parlato di scherzo, ma la verità è che in Michoacán non c’è proprio niente da ridere.
Il cartello di cui non resterebbe che qualche brandello secondo Jara Guerrero è quello dei Caballeros Templarios, i Cavalieri Templari. Vera e propria prosecuzione della Familia Michoacana di “El Chayo”, i Cavalieri Templari nascono nel 2011 a seguito dell’apparente morte (che il governo Calderón celebrò come reale) di Nazario Moreno González.
Particolarmente presenti nel Michoacán (la città di Apatzingán è stata per un periodo la loro base operativa), i Cavalieri Templari potrebbero essere in procinto di disintegrarsi (o più semplicemente di riorganizzarsi) dopo la morte o l’arresto di tutti i suoi leader storici (“El Chayo”, “El Tío”, “El Kike” e “La Tuta”, quest’ultimo arrestato il 27 febbraio scorso). Ma per Tomas Zeron, direttore dell’Agenzia di investigazione criminale, il dubbio non esiste: i cartelli attivi in Messico sono soltanto due, afferma convinto, quello di Sinaloa e quello Nuova Generazione di Jalisco. I Cavalieri Templari? Acqua passata.
Estanislao “Papá Pitufo” Beltrán, ex-comandante delle forze di autodifesa del Michoacán, ha però rivelato a “El Economista” il nome del nuovo leader dei Cavalieri Templari: si tratterebbe di Homero González Silva, soprannominato “El Gallito”, il nipote del fondatore Nazario Moreno. Anche Beltrán sembra molto sicuro di quel che dice: «Si stanno riorganizzando». E cita gli attacchi che la Forza rurale di autodifesa ha subito – secondo “Papá Pitufo”, proprio dai Templari – ad Apatzingán il mese passato a rinforzo della sua visione.
Il segretario degli Interni Osorio Chong ha negato il coinvolgimento dei Cavalieri Templari in quegli scontri, ma Osorio Chong è l’uomo che ha negato anche i rapporti economici tra l’amministrazione Peña Nieto e Hacking Team, prima che saltasse fuori la fattura di un contratto da 205.000 euro siglato il 24 aprile 2015. Mentre l’ottimismo di Zeron potrebbe non reggere alla prova dei fatti: aveva liquidato gli Zetas come “prossimi alla disintegrazione”, ma potrebbero essere proprio loro (e il Cartello del Golfo) i responsabili della morte di ventidue persone in appena tre giorni nel Nuevo León il mese scorso.
Quello dei gruppi civili di autodifesa nel Michoacán è un tema piuttosto controverso da affrontare. Nessuno vuole certo nasconderne i meriti: nel febbraio 2014, ad esempio, aiutarono le forze federali a liberare la città di Apatzingán dai Cavalieri Templari e a rendere possibile l’arresto di alcuni membri. Ma, dall’altro lato, ci si chiede chi abbia provveduto ad armarli e ad addestrarli. Alcuni dicono l’Esercito e la Marina messicani, altri instillano il sospetto che siano in realtà sostenuti dal Cartello Nuova Generazione di Jalisco, che dalla sua roccaforte nel Jalisco ha da tempo iniziato a muoversi a sud, oltre il confine col Michoacán, evidentemente interessato a sostituirsi ai Templari nel controllo del territorio.
Sembra una frase fatta, forse lo è, ma chi controllerà i controllori? Anche ammettendo che queste milizie civili riescano nel loro intento di estirpare le grandi organizzazioni criminali dal Michoacán, lo stato messicano sarà poi in grado di riassorbire questo fenomeno? Di evitare che un grande numero di civili in armi non si renda responsabile di nuove azioni di violenza?

Twitter: @marcodellaguzzo