Messico. Sulle terre della comunità indigena di Xochicuautla sorgerà un’autostrada

di Marco Dell’Aguzzo –

messico indigeni XochicuautlaIl 30 agosto la comunità otomí di San Francisco Xochicuautla, Stato del Messico, manifesterà contro il decreto di esproprio emesso circa un mese fa (ma lentamente portato avanti già dal 2007) dal presidente Enrique Peña Nieto. Gli indigeni di Xochicuautla saranno infatti a breve costretti ad abbandonare i 37 ettari su cui si estendono le loro terre, che saranno confiscate (compreso un bosco sacro) dal governo con la scusa della loro “pubblica utilità” e consegnate all’azienda Autován per la costruzione di un’autostrada che collegherà le città di Naucalpan e Toluca. Le prime, lampanti aggressioni si sono verificate il 7 luglio, quando le macchine di Autován hanno demolito cinque case e distrutto orti e coltivazioni. Alle aggressioni fisiche vanno aggiunte quelle verbali della campagna diffamatoria messa in piedi dalla stampa filogovernativa per criminalizzare e screditare la resistenza otomí.
La comunità di Xochicuautla presenterà in questi giorni un “contro-decreto di riappropriazione”, un gesto simbolico nel tentativo (ulteriore) di difendere il diritto ad abitare la propria terra e di sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica messicana. Nel corso di una conferenza stampa, il portavoce José Luis Fernández ha espresso chiaramente la volontà di Xochicuautla, determinata a continuare nella sua lotta: “Il giorno che parleremo con il governo sarà quello in cui ci dirà che questo progetto è stato cancellato”. Ma la paura dell’esercito, di una repressione armata sullo stile di Ostula, esiste.
Tra l’altro, c’è un legame tra Santa María Ostula e San Francisco Xochicuautla. Protestano per lo stesso motivo, contro la cessione delle loro terre ad imprese private: quelle di Ostula, zona ricca di giacimenti minerari, alla lussemburghese Ternium; quelle di Xochicuautla alla messicana Autován.
Se si indaga un minimo su Autován (basta una banale ricerca su Internet) si scopre che è una filiale del Gruppo Higa, con sede a Toluca, di proprietà del ricco imprenditore Juan Armando Hinojosa Cantú. Hinojosa, chi è costui? Ancora una volta, digitando il suo nome su Google si scopre che l’uomo è un po’ il socio in affari di Peña Nieto. In passato, un lungo pezzo investigativo su Aristegui Noticias dal titolo “La casa blanca de Enrique Peña Nieto” ricostruì il rapporto tra i due. Lo sintetizzo rapidamente qui: lo scorso novembre alcuni giornalisti scoprirono che la ‘casa blanca’, l’esclusiva residenza privata del presidente dal valore di 6,3 milioni di dollari, risultava intestata ad una importante impresa di costruzioni affiliata al Gruppo Higa. Durante il suo passato da governatore dello Stato del Messico (2005-11), Peña Nieto aveva più volte avuto occasione di favorire Hinojosa offrendo a varie società controllate dal Gruppo Higa contratti per la costruzione di ospedali e autostrade per un totale di 500 milioni di dollari. A scandalo sollevato, il governo messicano decise di revocare un multimiliardario appalto per la costruzione di un treno ad alta velocità che avrebbe dovuto collegare Città del Messico con Queretaro, appalto vinto da un consorzio guidato dalla cinese China Railway Construction Corporation nel quale figurava un’impresa collegata al Gruppo Higa (e quindi a Peña Nieto), la Constructora Teya.
Corruzione a parte (fortemente percepita dai cittadini, stando ad un sondaggio pubblicato nel 2014 dalla ONG Transparency International), gli espropri forzati sembrano l’estrema conseguenza di una politica neoliberista che, avviata negli anni Ottanta sotto la presidenza di Miguel de la Madrid e già smascherata dalla grave crisi finanziaria del 1994, ha trovato nella terna Fox-Calderón-Peña Nieto lo sbocco più estremo e disumano.
Il fotoreporter Rubén Espinosa, recentemente ucciso assieme a quattro donne in un appartamento nella colonia Narvarte di Città del Messico, aveva documentato e proteste della comunità di Xochicuautla contro il decreto di esproprio in una serie di scatti disponibili anche sul suo profilo Instagram, @espinosafoto.

Twitter: @marcodellaguzzo