Migranti. Dalla Libia riprendono gli sbarchi. Chi organizza i viaggi al posto di al-Dabashi?

di Vanessa Tomassini

Natale e Santo Stefano all’insegna delle attività di salvataggio per la Guardia Costiera ed Eunavformed, ed anche per quelle Ong sopravvissute al codice di condotta del ministro dell’Interno, Marco Minniti. In centinaia infatti sono partiti dalle coste nordafricane alla volta di quelle italiane, affrontando la potenza del mare con onde alte fino a 5 metri. Tre gli interventi di soccorso e ricerca nel Mediterraneo centrale, per un totale di 370 persone recuperate di cui molti minori.
I dati del Viminale, a pochi giorni dalla fine dell’anno, indicano che ad arrivare in Italia dal 1 gennaio sono stati 119 mila migranti, circa il 34% in meno rispetto al 2016, quando a raggiungere le coste italiane furono oltre 180mila persone, quasi tutte partite dalla Libia, dove è presente una consolidata rete di trafficanti.
La stampa internazionale la scorsa estate aveva accusato il governo italiano di aver fatto accordi con gli scafisti di al-Dabashi, meglio noto come “lo zio” e ritenuto da molti il “re del Mediterraneo”, poiché riconosciuto da molti come l’organizzatore delle traversate. Al-Dabashi è stato sconfitto e cacciato da Sabratha dalla cabina di regia anti Isis, guidata da Omar Abdul Jalil, il 6 settembre scorso.
Il governo italiano ha smentito con forza l’esistenza di accordi con il clan Dabashi, inoltre va ricordato che le milizie libiche hanno sempre modificato il loro modus operandi nel corso degli anni, nonché i percorsi dei loro traffici. Ma se al-Dabashi organizzava i viaggi, visto che dopo la liberazione di Sabratha sono stati ritrovati migliaia di migranti, chi è a garantire la traversata oggi? Secondo alcuni sarebbero gli stessi che avrebbero combattuto contro “lo zio”, che agirebbero nell’indifferenza e con il tacito consenso del gGverno di Accordo Nazionale, le cui relazioni con le milizie di Tripoli sono certe da tempo. Dopo Wearshifana il nuovo centro per le attività illegali sarebbe Garapoli, una picca città ad est di Tripoli. Oltre a Garapoli i nuovi trafficanti che hanno approfittato del vuoto lasciato da al-Dabashi si organizzerebbero, secondo alcune nostri fonti militari, nell’oasi costiera di Tagiura, ad una dozzina di Km ad est della capitale.