Mogherini lancia l’allarme, ‘potrebbe concludersi l’operazione Sophia’. Per il disinteresse dell’Italia

di Enrico Oliari

Nelle stesse ore in cui la politica italiana è alle prese con il caso della nave Mare Jonio dell’ong Mediterranea, che per l’altolà di Matteo Salvini è rimasta prima bloccata al largo di Lampedusa dopo aver preso a bordo 49 naufraghi partiti dalla Libia, poi sbarcati, la Pesc Federica Mogherini ha lanciato l’allarme per la missione Sophia, che a causa del disinteresse italiano potrebbe concludersi a giorni.
La missione Sophia è stata voluta dall’Unione Europea nel 2015 all’indomani del naufragio, avvenuto il 18 aprile di quell’anno, al largo delle coste libiche di un peschereccio ed altri natanti, incidente nel quale persero la vita 800 persone. Si chiama “Sophia” dal nome di una bimba nata da una donna somala su una delle navi coinvolte: vero nome della missione è EuNavFor Med (European Union Naval Force Mediterranean), e vede coinvolti mezzi di Italia, Germania, Belgio, Gb, Spagna, Francia e Slovenia con lo scopo di neutralizzare le rotte della tratta dei migranti nel Mediterraneo e di colpire i trafficanti di uomini, ma anche di armi e di petrolio, nonché di addestrare la Guardia costiera libica. La sede operativa è situata a Roma.
Mogherini ha fatto notare in occasione del recente Consiglio Esteri dell’Ue che “in assenza di un accordo, e non vedo movimenti particolari in questa direzione, l’operazione Sophia terminerà alla fine di marzo. Con tutte le conseguenze del caso, purtroppo”.
L’Alto commissario per la Politica estera e la Sicurezza comune dell’Ue ha spiegato che la Commissione è stata più volte sollecitata dai vari paesi Ue a che l’Italia rendesse chiara la propria posizione, ovvero se vi fosse o meno l’intenzione di continuare la missione Sophia, ma l’unico dato certo sono le forti critiche mosse da Matteo Salvini, allora non ancora vicepremier e ministro dell’Interno, per il fatto che essa prevede lo sbarco in Italia dei migranti soccorsi in mare.
Nel caso la missione non proseguisse, verrebbe meno la fase tre del progetto, ovvero il procedere con la distruzione dei mezzi utilizzati dai trafficanti, anche attraccati nei porti, nonché delle strutture logistiche utilizzate da loro e dai contrabbandieri.
Nel frattempo la Mare Jonio, che vede come capo missione il no global Luca Casarini, ha sbarcato a Lampedusa i 49 migranti, mentre il comandante della nave è ora indagato per traffico di esseri umani. Salvini ieri aveva reso noto che sulla nave “ci sono altri esponenti di sinistra e ultrasinistra, che stanno a mio parere commettendo un reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina perché hanno raccolto questi migranti in acque libiche” mentre “stava intervento una motovedetta libica, non hanno obbedito a nessuna indicazione, hanno autonomamente deciso di dirigere verso l’Italia per motivi evidentemente ed esclusivamente politici, non hanno osservato le indicazioni delle autorità, se ne sono fregati dell’alt della Guardia di finanza”.