Nato. Zio Sam ordina e Meloni sgancia un altro miliardo per le armi

Il governo che di “sovranista” ha assai poco.

di Giuseppe Gagliano

L’Italia ha recentemente annunciato un aumento del proprio contributo finanziario alla NATO, impegnandosi a destinare un miliardo di euro in più per le spese militari. Questa decisione, fortemente voluta dal governo di Giorgia Meloni, sembra essere più una mossa politica per ottenere favori dagli Stati Uniti che una reale necessità strategica. Mentre l’Italia lotta con importanti problemi economici e sociali, destinare risorse così ingenti alla difesa appare una scelta discutibile, che potrebbe non essere accolta favorevolmente dalla popolazione italiana.
L’annuncio è stato fatto in concomitanza con il vertice NATO di Washington, quasi a voler dimostrare un allineamento incondizionato con le richieste statunitensi. Questo aumento della spesa militare porta l’Italia più vicina all’obiettivo del 2% del PIL, un traguardo imposto dagli Stati Uniti che molti membri della NATO faticano a raggiungere. Tuttavia questa mossa potrebbe essere vista come un tentativo di compiacere Washington piuttosto che una decisione basata su una valutazione indipendente delle necessità di difesa del Paese.
Parallelamente il presidente Usa Joe Biden è alle prese con una crisi di fiducia all’interno del suo stesso partito, con crescenti preoccupazioni sulla sua capacità di guidare il Paese verso le prossime elezioni. La preparazione di Kamala Harris come possibile successore e la scelta del governatore della North Carolina Roy Cooper, come nuovo vicepresidente, sembrano più un segnale di debolezza che di forza. La transizione di leadership all’interno del partito democratico indica un’incapacità di Biden di mantenere la stabilità e la fiducia necessarie per affrontare le sfide internazionali.
Queste dinamiche riflettono non solo le tensioni interne degli Stati Uniti, ma anche la crescente dipendenza dell’Europa dagli Stati Uniti per la propria sicurezza. La decisione dell’Italia di aumentare il contributo alla NATO potrebbe essere vista come una mancanza di autonomia politica e strategica, rinunciando a una posizione indipendente in favore di un allineamento cieco con le politiche statunitensi.
Il rafforzamento dei legami transatlantici attraverso contributi finanziari e una volontà politica di sostenere l’alleanza sembra più una sottomissione che una collaborazione. Le decisioni prese al vertice della NATO potrebbero avere conseguenze negative, alimentando il malcontento pubblico e mettendo in discussione la reale efficacia delle strategie di difesa adottate. In un periodo di crescente instabilità geopolitica, la mancanza di una visione autonoma e critica potrebbe compromettere la capacità dell’Europa di affrontare le minacce emergenti e mantenere la propria sicurezza e sovranità.