Navi Usa (guaste) nelle acque iraniane: Washington si scusa, i pasdaran di Khamenei rilasciano i marinai

di Enrico Oliari –

hormuz satellite grandeSolo due settimane fa si era sfiorato l’incidente nello stretto di Hormuz, nel golfo Persico, dove alcune navi iraniane si erano avvicinate fino a 1.300 metri dalla portaerei nucleare Uss Harry S. Truman ed avevano sparato alcuni razzi, ovviamente non contro il convoglio, il quale era composto anche da una fregata francese e da due cacciatorpediniere Usa.
Ieri sera la tensione nelle acque del Golfo è tornata alle stelle, con due navi da addestramento statunitensi entrate nelle acque territoriali della Repubblica Islamica dell’Iran a causa (questa è stata la versione) “di un problema del loro sistema di navigazione”.
I militari a bordo sono stati tratti in stato di fermo dai pasdaran, che da subito hanno confermato che le due imbarcazioni erano in loro possesso. Hanno inoltre comunicato la presenza nelle vicinanze della portaerei francese Charles De Gaulle.
Immediatamente si è attivata la diplomazia, per cui il segretario di Stato Usa John Kerry ha chiamato al telefono il collega iraniano Mohammed Javad Zarif, che ben conosce per le trattative sul nucleare iraniano: Kerry ha assicurato che la presenza dei due piccoli mezzi nelle acque territoriali iraniane è stata dovuta a un incidente e che non vi è stata assolutamente nessuna intenzione di carattere provocatorio.
Oltre al Dipartimento di Stato, sono intervenuti anche il Pentagono e la Casa Bianca per dare garanzie all’Iran, per quanto il continuo viavai di navi statunitensi nello stretto, che è la principale rotta mondiale del petrolio, rappresenti un elemento costante di tensione fra le due nazioni.
La richiesta di scuse è stata quindi accettata ed ha permesso la risoluzione rapida della crisi.
Il retroammiraglio Ali Fadavi, intervistato per la tv di Stato Irib, ha riferito che le verifiche hanno potuto appurare che “Non si è trattato di un atto ostile”, e questa mattina i dieci militari statunitensi sono stai rilasciati e le imbarcazioni restituite.
La tempestività con cui si è avuto il rilascio dei militari rappresenta un segnale distensivo importante, se si pensa che il Corpo dei pasdaran (Guardiani della Rivoluzione) dipende direttamente dall’ayatollah Alì Khamenei, il quale in altri tempi non avrebbe dimostrato tanta disponibilità.