Papa Francesco in Armenia ricorda il genocidio

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Papa francescoCome era avvenuto in occasione della visita del patriarca della Chiesa armena Karekin II nell’aprile 2015, papa Francesco è tornato oggi, in occasione del suo viaggio in Armenia, sul genocidio ad opera dei turchi, costato la vita fra il 1915 e il 1916 a oltre un milione e mezzo di armeni.
“Avendo davanti ai nostri occhi gli esiti nefasti a cui condussero nel secolo scorso l’odio, il pregiudizio e lo sfrenato desiderio di dominio – ha detto il pontefice – , auspico vivamente che l’umanità sappia trarre da quelle tragiche esperienze l’insegnamento ad agire con responsabilità e saggezza per prevenire i pericoli di ricadere in tali orrori”. “Si moltiplichino perciò, da parte di tutti – ha aggiunto -, gli sforzi affinché nelle controversie internazionali prevalgano sempre il dialogo, la costante e genuina ricerca della pace, la collaborazione tra gli Stati e l’assiduo impegno degli organismi internazionali, al fine di costruire un clima di fiducia propizio al raggiungimento di accordi duraturi”. Ha poi affermato che “E’ di vitale importanza che tutti coloro che dichiarano la loro fede in Dio uniscano le loro forze per isolare chiunque si serva della religione per portare avanti progetti di guerra, di sopraffazione e di persecuzione violenta, strumentalizzando e manipolando il Santo Nome di Dio”.
Nel 2015, a seguito delle parole del papa, il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu aveva convocato il nunzio apostolico in Turchia Antonio Lucibello, vescovo titolare di Thurio, per protestare per la descrizione degli eventi come “un genocidio”, ma da quel momento era stato un continuo rinforzarsi dei toni, fra i quali spiccava per il dubbio gusto quello del ministro turco per gli Affari europei Volkan Bozkir, per il quale il papa aveva parlato così perché “viene dall’Argentina”, un paese “che ha accolto i nazisti” e nel quale “la diaspora armena è dominante nel mondo della stampa e degli affari”.