RD Congo. L’UNHCR sollecita un’azione immediata a fronte dell’aumento dei rischi per gli sfollati

Unhcr

L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, lancia l’allarme per le violenze devastanti in corso nelle aree orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Due anni di conflitto ciclico nei territori del Nord Kivu di Rutshuru e Masisi hanno costretto oltre 1,3 milioni di persone a fuggire dalle loro case all’interno della RDC, portando a un totale di 5,7 milioni di sfollati interni nelle province del Nord Kivu, Sud Kivu e Ituri.
Da quando il 7 febbraio violenti scontri hanno colpito la città di Sake, nel territorio di Masisi, quasi 300.000 persone sono arrivate nella città di Goma e nei suoi dintorni, facendo crescere la popolazione presente negli accampamenti spontanei e ufficiali per sfollati alla disperata ricerca di un riparo dai bombardamenti indiscriminati e da altre violazioni dei diritti umani. Le condizioni sono terribili, poiché le crescenti necessità di alloggi, servizi igienici e soluzioni di sostentamento superano le risorse disponibili. Altre 85.000 persone sono fuggite dalle stesse violenze e hanno cercato rifugio nella regione di Minova, nel Sud Kivu. A gennaio, la città di Minova ospitava già oltre 156.000 sfollati, la maggior parte dei quali viveva in rifugi di fortuna.
Desta forte preoccupazione il continuo aumento dell’uso di artiglieria pesante nel conflitto, con segnalazioni di bombardamenti che colpiscono località civili a Minova. Il 20 marzo, il bombardamento di un centro commerciale ha ucciso una donna sfollata e ferito almeno altre tre persone, tra cui due bambini. Le notizie di bombardamenti indiscriminati avvenuti nelle ultime settimane a Sake e Goma, che hanno ucciso più di 30 persone e ne hanno ferite almeno 80, sono altrettanto preoccupanti, così come la minaccia di ordigni inesplosi. L’UNHCR sottolinea l’imperativo di salvaguardare i civili e di mantenere la natura civile e umanitaria dei luoghi di riparo per gli sfollati.
Gli ultimi rapporti dei team dell’UNHCR sono allarmanti. Le famiglie continuano ad arrivare nei luoghi di riparo traumatizzate e stremate dagli attacchi, segnate fisicamente e psicologicamente. Molti riferiscono di aver subito abusi – alcuni sessuali – durante la fuga. I nuovi arrivati trovano riparo in rifugi di fortuna in luoghi sovraffollati, in scuole e chiese o presso famiglie ospitanti, mettendo a dura prova le loro scarse risorse.
È preoccupante che i partner umanitari abbiano osservato incursioni sistematiche di gruppi armati in strutture civili come i luoghi di riparo per gli sfollati, ospedali e centri sanitari. Nel 2023, 25 scuole sono state occupate da gruppi armati non statali nei soli territori di Masisi e Rutshuru e altre 17 scuole sono state attaccate. Nel 2024, sette scuole sono state distrutte da bombardamenti. Nelle ultime settimane, il saccheggio di medicinali e materiali essenziali dai centri sanitari ha ulteriormente ostacolato la capacità degli operatori umanitari di sostenere gli sfollati. Centinaia di migliaia di persone sono state identificate come sfollate dietro le linee del fronte nei territori di Masisi, Rutshuru e Nyiragongo, tagliate fuori dagli aiuti.
A causa delle nuove violenze, molti bambini sono stati costretti alla fuga e un gran numero di essi non è accompagnato ed è esposto a gravi rischi e violazioni, tra cui rapimenti, reclutamento forzato, mutilazioni e stupri. Nel 2023, nel solo Nord Kivu, sono stati denunciati 50.159 casi di violenza di genere, di cui oltre la metà per stupro; il 90% di queste vittime erano donne e ragazze, mentre il 37% erano bambini. L’assistenza dell’UNHCR alle persone sopravvissute ad abusi sessuali comprende il sostegno psicosociale e il rinvio all’assistenza medica, oltre al lavoro con gli uomini sfollati.
Con il perdurare delle violenze e l’ulteriore ostacolo all’accesso umanitario, si moltiplicano i rischi per gli sfollati e le popolazioni civili. L’UNHCR chiede la fine immediata delle violenze ed esorta tutte le parti in conflitto a rispettare e a far rispettare il diritto umanitario internazionale e i diritti umani e a proteggere i civili.
Tra giugno e dicembre 2023, una risposta umanitaria su larga scala nelle province orientali ha raggiunto più di 3,1 milioni di persone con assistenza salvavita. L’UNHCR, insieme ai partner, ha fornito un riparo d’emergenza a oltre 40.000 persone tra le più vulnerabili arrivate a Goma. La distribuzione di oltre 3.600 kit di beni di prima necessità e di 1.000 teloni di plastica ha contribuito a migliorare la vita quotidiana di coloro che si trovavano al di fuori dei siti previsti. Ma questi aiuti hanno raggiunto solo una piccola parte di coloro che hanno un bisogno disperato.
L’UNHCR rimane impegnato a sostenere le persone colpite nell’est della RDC e chiede con urgenza un’azione internazionale concertata per affrontare la crisi. L’UNHCR ha ricevuto solo il 14% dei 250 milioni di dollari necessari per la sua risposta nella RDC nel 2024. La mancanza di fondi minaccia la fornitura di aiuti, aggravando la grave crisi umanitaria della regione.