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Dopo settimane di scontri e di guerriglia nella Repubblica Centrafricana, la situazione sembra essere tornata sotto controllo, dopo che il presidente Michel Djotodia, che ha preso il posto Francois Bozizè, si è dimesso su pressioni della comunità internazionale: non solo non era non riuscito a mantenere il controllo sulle proprie milizie Seleka e quindi a ristabilire l’ordine al di fuori della capitale, ma in pochi mesi Djotodia ha fatto precipitare il paese nel caos, al punto che si sono moltiplicati gli scontri interconfessionali ed interetnici, ed i testimoni hanno parlato di centinaia di morti, di case date alle fiamme, di saccheggi e di fosse comuni. Anche fra le truppe della missione dell’Unione Africana, Misca, e i reparti della Guardia presidenziale si erano registrati conflitti a fuoco, quando questi si erano rifiutati di consegnare le armi.
A prendere il posto di Djotodia per un governo di transizione è stato il sindaco della capitale Bangui, Catherine Samba-Panza, la quale, insediandosi al Palazzo presidenziale, ha per prima cosa chiesto alle milizie cristiane e musulmane di deporre le armi e mettere fine ai prolungati e sanguinosi scontri settari. “Dimostrate l’appoggio alla mia nomina dando un forte segnale perché vengano deposte le armi” e “si metta fine alle sofferenze del popolo”, ha detto intervenendo davanti ai deputati la 60enne Samba-Panza.
Nel paese è presente anche una missione militare europea condotta dalla Francia, che fin dai primi momenti degli scontri ha registrato due morti.
