ROMANIA. Victor Ponta, l’europeista che fa diffidare Ue e Usa

 TMNews, 10 dic 12 –

Victor Ponta, il premier romeno che ha incassato con la coalizione di centro-sinistra da lui guidata una nettissima vittoria alle legislative di ieri, è arrivato al governo a soli 39 anni, il più giovane primo ministro nella storia della Romania. A nominarlo è stato il presidente Traian Basescu, suo nemico giurato, dopo la caduta dell’esecutivo di centro-destra, sulla scia di una crisi sfociata in una politica di austerity ‘lacrime e sangue’, di cui oggi i conservatori dell’Ard pagano le conseguenze elettorali, fermandosi al 19% dei voti. Accusato di “doppio linguaggio” nei confronti dei valori europei da lui professati, Ponta è leader del Partito Social Democratico (PSD) e ha fondato all’inizio del 2011 l’Unione social liberale (Usl) con i liberali di Crin Antonescu e il piccolo Partito Conservatore. Maggioritaria in parlamento, l’Usl è diventato il braccio armato dello scontro istituzionale con il presidente, culminato in un tentativo di destituzione di Basescu, fallito tuttavia per la mancanza del quorum al referendum che avrebbe dovuto confermare l’impeachment. L’Ue e gli Usa, preoccupati dalle maniere politiche decisamente spicce di Ponta, l’hanno accusato di mettere a repentaglio lo stato di diritto, in particolare per le pressioni sulla Corte Costituzionale. Di fronte a queste critiche, a fine luglio Ponta ha riconosciuto che “ci sono parecchie cose non perfette” nel modo in cui è stato portato avanti il processo di destituzione, pur sostenendo che la comunità internazionale è stata vittima di “disinformazione” nelle sue valutazioni. Nato il 20 settembre del 1972 a Baia de Fier, nel Sud della Romania, Ponta è stato procuratore prima di lanciarsi nella grande politica. Parla perfettamente l’inglese e il francese, in passato dichiarava apertamente ammirazione per Che Guevara, ora dice che il suo modello è l’ex premier britannico Tony Blair. Ha fatto carriera in seno al PSD grazie al suo mentore, l’ex premier Adrian Nastase, oggi in carcere per corruzione e dal quale non ha tuttavia mai preso le distanze. Basescu ha definito il giovane primo ministro “un mitomane” e un “bugiardo”. Lui ha risposto qualificando il presidente come “scorpione velenoso” e puntando il dito contro una deriva autoritaria del capo dello Stato. I due hanno allo stesso tempo affermato a più riprese di essere pronti a coabitare. Propositi da verificare ora alla luce dei risultati delle elezioni di ieri.