Russia. Prende il via il Forum dei Popoli Indigeni

di Giuliano Bifolchi * –

CHERKESSK (Russia). È iniziato oggi nella capitale della Repubblica di Caraciai-Circassia il Forum dei Popoli Indigeni della Federazione Russa, evento che durerà fino al 24 luglio 2023.
Organizzato dalla Fondazione Ekzekov, l’Associazione Internazionale ANO per la Promozione dello Sviluppo dell’Etnos Abaza-Abkhaz “Alashara”, il Museo di Antropologia ed Etnografia “Kunstkamera” dell’Accademia Russa delle Scienze e il governo locale, il forum è stato ideato come una piattaforma per lo scambio di opinioni ed idee di esperti nel settore sulle questioni di sviluppo globale che riguardano le piccole etnie e i popoli indigeni.
Secondo quanto pianificato dagli organizzatori, tale evento offre l’opportunità di condividere esperienze nell’implementazione di progetti scientifici, sociali ed educativi, nonché di partecipare a discussioni su compiti strategici che uniscono tutte le piccole etnie indigene della Russia.
Questa iniziativa è stata ideata da Mussa Ekzekov, vicepresidente dell’Assemblea del Popolo (Parlamento) della Repubblica di Caraciai-Circassia, presidente del Consiglio superiore del Congresso mondiale Abaza-Abkhaz e presidente dell’organizzazione no profit “Alashara”.
Nella Filarmonica di Cherkessk si sono riuniti esperti e rappresentanti del governo russo, e nei discorsi introduttivi è stata evidenziata l’importanza del forum e quali sono i possibili obiettivi da raggiungere così come il legame tra la Russia e i popoli indigeni, una peculiarità che, secondo quanto espresso da diversi partecipanti, dona allo Stato russo ricchezza, la quale non dovrebbe essere trasformata in un elemento di debolezza e di disgregazione interna.
Nel pomeriggio lo spazio è stato dato ai Giochi Abazini, evento culturale che ha raccolto non solo i cittadini di origine abazina e abcasa, popolazione indigene della Federazione Russa, ma che le altre etnie che vivono in Caraciai-Circassia desiderose di celebrare con competizioni sportive ed eventi musicali la loro unicità.

Popoli indigeni e minoranze in Russia.
La Russia ospita oltre 160 diverse etnie, di cui 40 sono ufficialmente riconosciute come indigene. Questi gruppi sono estremamente diversi, ma molti condividono caratteristiche comuni come la pratica dell’animismo e uno stile di vita basato sulla caccia, la raccolta, la pesca e la pastorizia delle renne.
Alcuni dei gruppi indigeni più piccoli in Russia includono gli Enets (350 persone) e gli Orochi (450 persone), mentre i più grandi sono i Nenets e gli Evenki, entrambi con quasi 30mila individui.
Sebbene i popoli indigeni non siano riconosciuti dalla legislazione russa, l’articolo 67 della Costituzione attuale garantisce i diritti dei “Popoli Indigeni a Numerosità Ridotta”. La Legge Federale del 1999 “Sulle Garanzie dei Diritti dei Popoli Indigeni a Numerosità Ridotta della Federazione Russa” specifica che tali popoli sono gruppi con meno di 50mila individui che si contraddistinguono per la salvaguarda di alcuni aspetti delle loro tradizioni di vita.
In base a questa legge e ad altre due leggi quadro promulgate durante la fine degli anni Novanta, i popoli indigeni a numerosità ridotta hanno il diritto di consultazione e partecipazione in casi specifici.
In Russia ci sono 47 gruppi indigeni, alcuni con una popolazione inferiore a cento o anche a poche dozzine. Il censimento della popolazione russa del 2021 ha mostrato che il numero di persone indigene è diminuito notevolmente negli ultimi 10 anni.
Il Forum che si sta svolgendo in questi giorni a Cherkessk si propone quindi come un’importante piattaforma per affrontare le sfide della conservazione delle lingue, delle tradizioni e delle identità delle minoranze etniche nel paese. Attraverso lo scambio di esperienze e l’elaborazione di raccomandazioni, gli organizzatori si sono prefissati come obiettivo quello di promuovere politiche nazionali e legislative che tutelino e valorizzino le culture e i diritti dei popoli indigeni russi.
Qualora queste pratiche e strategie dovessero comportare risultati positivi, il passo successivo, secondo la proposta di alcuni esperti, dovrebbe essere quello di condividere tale esperienza con il resto del mondo, in special modo con quei paesi che, come la Federazione Russa, si trovano a dover gestire una nazione multietnica con al suo interno popolazioni indigene.

* Articolo in mediapartnership con SpecialEurasia.