Russia sempre più pronta ad attivarsi in Siria contro l’Isis. Netanyahu dà a Putin il nulla osta di Israele

di Enrico Oliari –

putin con netanyahu grandeDopo l’ufficioso via libera di Washington ad un’azione della Russia contro l’Isis in Siria, per cui già si sono sentiti il ministro degli Esteri russo Sergei Shoigu e il segretario alla Difesa Usa Ashton Carter, oggi anche Israele ha dato il suo nulla osta all’arrivo di militari di Mosca nel paese mediorientale.
L’aggressività e la determinazione dello Stato Islamico, al quale i raid della coalizione anti-Isis ideata dal Pentagono stanno facendo poco più che il solletico, hanno fatto passare in come non più prioritaria la destituzione del presidente siriano Bashar al-Assad, cosa confermata due giorni fa dal segretario di stato Usa John kerry, il quale ha affermato, uscendo da un incontro con l’omologo britannico Philipp Hammdon, che “Occorre negoziare è a questo che noi puntiamo perché il non farlo impedisce alla crisi di terminare. Noi siamo pronti, ma lo è anche al-Assad? Lo è sul serio? E la Russia, è pronta a portarlo al tavolo delle trattative?”. Tuttavia le dimissioni di al-Assad “non devono avvenire per forza il giorno tale o il mese talaltro”.
Ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è recato al Cremlino proprio per discutere della crisi siriana davanti ad un’azione russa data ormai come cosa certa. Per prima cosa lui e il presidente Vladimir Putin hanno concordato un “meccanismo di coordinamento militare per prevenire scontri e malintesi”, composto e gestito dai comandi militari russi e israeliani su autorizzazione dei leader politici, cioè degli stessi Putin e Netanyahu.
Putin ha assicurato che “La Russia agirà in Medio Oriente in maniera responsabile” anche per garantire che non vi siano effetti collaterali su Israele, paese “ove vive un grande numero di ex cittadini sovietici”. Quello della sicurezza nazionale è stato per Netanyahu “un risultato importante e chiaro”.
Netanyahu ha fatto sapere di aver riferito dell’incontro agli alleati di Washington “perché i nostri legami con gli Stati Uniti sono di importanza straordinaria”, ma anche perché sul piatto c’è ben più della lotta allo Stato Islamico.
Infatti il via libera dato a Vladimir Putin da Israele e Stati Uniti fa della Russia uno degli attori principali dell’area, potendosi espandere nel territorio siriano ben oltre la base di Tartus, dov’è già presente con 1.700 uomini.
Se la Nato continua ad espandersi in Europa verso est, la Russia, con la Siria quale zona di influenza, arriva sotto la Turchia, paese membro della Nato.
Unica (e scontata) preoccupazione di Netanyahu rimane l’Iran, altro grande alleato di Bashar al-Assad, per cui “Teheran, insieme a Damasco, vuole creare un secondo fronte terroristico sulle alture del Golan”. In realtà lo stesso premier israeliano ha dovuto riconoscere che “Israele e la Russa hanno interessi comuni, assicurare la stabilità nel Medio Oriente”.
Intanto in Siria, a Latakia, continuano a giungere aerei con mezzi militari, truppe ed equipaggiamenti, e nella stessa città sono stati espropriati interi edifici per far spazio ai militari russi.
Per l’anno prossimo è prevista la consegna da parte della Rosoboronexpor (holding statale russa deputata alla consegna degli armamenti) alla Syrian Arab Army di nove Mig-29M/M2, ai quali se ne aggiungeranno altri tre nei primi mesi del 2017.