Sbarchi a più 360%: il fallimento del memorandum di Meloni con la Tunisia

Saied chiude la porta in faccia a una commissione di eurodeputati.

di Enrico Oliari

Non si contano più gli sbarchi di migranti provenienti dalla Tunisia, individui provenienti principalmente dall’Africa subsahariana, in particolare dalla Guinea e dalla Costa d’Avorio. In 72 ore ne sono sbarcati 10mila. Spesso giovani che si ammassano nella regione di Sfax, dove devono scontare forti attriti con la popolazione che protesta contro la loro massiccia presenza, in un paese alle prese con una drammatica situazione economico-politica e che è carente di infrastrutture destinate all’accoglienza.
La cosa che appare evidente è il momentaneo fallimento dell’accordo di luglio con la Tunisia, sbandierato dal governo Meloni come una grande conquista, tant’è che la presidente del Consiglio è tornata a bussare a Bruxelles per sottolineare, come hanno fatto tutti i suoi predecessori, che siamo davanti ad un problema europeo, non italiano.
Nonostante il Pesc Josep Borrell avesse ieri sottolineato che non possono esserci accordi di singoli paesi con terzi, è doveroso puntualizzare che Meloni si era presentata a Tunisi dal presidente Kais Saied con l’olandese Mark Rutte e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: avevano messo sul piatto, sotto forma di memorandum d’intesa, 150 milioni di euro dei contribuenti europei per sostenere il bilancio, più un altro regalo di 105 milioni di euro dei contribuenti italiani per il controllo delle frontiere e il contrasto ai trafficanti, anche se questi ultimi sguazzano nel mare di corruzione tunisino. Oltre a questo era stato garantito l’appoggio politico al prestito da 1,9 miliardi del Fmi, che avrebbe sbloccato altri 900 milioni di euro a interesse agevolato dall’Unione Europea e dato il supporto necessario alla Tunisia per non fare la fine del Libano e andare in default.
Ieri il governo tunisino ha negato l’ingresso a una delegazione di eurodeputati della commissione Affari esteri dell’Europarlamento. La missione sarebbe dovuta durare due giorni, con lo scopo di valutare la situazione politica e “sostenere il dialogo nazionale inclusivo”, ma anche fare una valutazione sul quel memorandum d’intesa finalizzato sostanzialmente a che la Tunisia si tenesse i migranti.
La delegazione era composta dagli eurodeputati Michael Gahler (Ppe, Germania); Dietmar Koster (S&d, Germania), Salima Yenbou (Renew, Francia), Mounir Satouri (Verdi/Ale, Francia) ed Emmanuel Maurel (La Sinistra, Francia): avrebbero voluto incontrare i rappresentanti dell’opposizione, i leader sindacali, esponenti della società civile. Per farla breve, utilizzare il memorandum d’intesa per intromettersi negli affari interni di un paese extra-europeo.
Pacifico che in una realtà caratterizzata da una delicatissima situazione politica che vede oppositori, giornalisti e persino magistrati arrestati, l’assenza della Corte costituzionale in quanto mai nominata, un governo e un Parlamento sciolto salvo poi indire elezioni senza partiti, si sia chiusa la porta in faccia a chi poi sarebbe rientrato a Bruxelles per urlare strali contro Saied.
E pacifico pure che la Tunisia stia usando i migranti per fare pressioni su Roma e sull’Ue, anche perché dei soldi del memorandum d’intesa ancora non si è visto nulla, a dire dello stesso presidente tunisino. Persone che contano di costruirsi un futuro e di aiutare le famiglie in patria (per la Somalia le rimesse rappresentano il 40% del pil), lasciandosi alle spalle l’Africa della povertà e dei colpi di Stato, dei cambiamenti climatici e del vecchio e nuovo imperialismo economico, delle dittature e dei radicalismi.
Di certo l’Europa, a cominciare dall’Italia, non può accogliere gli oltre 700mila migranti previsti dai servizi segreti, ma neppure la fragile Tunisia sarebbe in grado di farlo. E qui, forse, la Meloni del “blocco navale subito” si sta dimostrando incapace di affrontare il 360% di sbarchi in più rispetto a un anno fa, quando era da poco caduto il governo, da lei contestatissimo, di Mario Draghi, con ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.