di Silvia Boltuc –
L’Asia sta vivendo un’implosione demografica preoccupante con paesi come Giappone, Corea del Sud e Taiwan che registrano tassi di natalità molto bassi, una tendenza osservata anche in Cina. Tuttavia, il Kazakistan e i suoi vicini dell’Asia centrale rappresentano un’eccezione a questa regola regionale.
Il presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev, ha recentemente dichiarato nel suo Discorso sullo Stato della Nazione che nel paese nascono più di 400.000 bambini ogni anno e che entro la fine del 2023 la popolazione raggiungerà i 20 milioni di abitanti.
A differenza di paesi come Giappone, Cina, Corea del Sud e Taiwan, che affrontano una diminuzione demografica, il Kazakistan prevede un aumento della popolazione dell’1,08% nel 2023 rispetto allo 0,02% per la Cina, allo 0,53% per il Giappone, al – 0,13% per la Corea del Sud, al – 0,06% per Taiwan e al -0,15% per la Thailandia.
La natalità e l’aumento demografico hanno spesso diviso i diversi governi asiatici: mentre alcuni vedono in questo fenomeno un aspetto negativo, perché ciò implica che gli Stati devono far fronte ai bisogni essenziali e primari di un numero sempre crescente di cittadini, secondo le parole espresse da Tokayev, il Kazakistan e gli altri paesi dell’Asia centrale osservano un trend opposto e accolgono con piacere l’aumento della natalità.
Uno dei fattori principali che contribuiscono all’incremento della fertilità nei paesi centro asiatici è l’apertura della popolazione a nuove nascite, vista come fondamentale per la prosperità delle comunità e delle tribù, elemento che indica un collegamento con un retaggio storico e socioculturale tipico di quest’area. La maternità, infatti, è considerata una vocazione e un bene in sé, incoraggiata e protetta di generazione in generazione.
Il presidente Tokayev ha sottolineato come le politiche socio-economiche del governo debbano essere coerenti con le tradizioni profondamente radicate e con l’etica della cultura della vita del Kazakistan, che è essenzialmente positiva ed espansiva nella sua natura. Ciò si traduce in politiche pro-famiglia, compresi incentivi alla natalità, soprattutto per i meno privilegiati e la classi lavoratrici.
Partendo da questo concetto base, Tokayev ha ribadito sempre nel suo discorso alla nazione l’importanza dell’unità e della solidarietà nazionale che devono partire dal circolo familiare e dal luogo di nascita di ogni cittadino kazako indipendentemente dalla lingua, religione o etnia.
Facendone un punto fondamentale della sua strategia politica, il presidente kazako ha dichiarato la sua volontà di proporre durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York un convegno sulla demografia nel 2024 ad Astana con l’obiettivo di condividere l’esperienza e la strategia kazaka con i paesi che cercano soluzioni per la loro bassa natalità.
In conclusione, è possibile sottolineare come nel “nuovo Kazakistan” guidato dal presidente Tokayev emergono chiaramente l’importanza e la centralità degli aspetti demografici e socioculturali nella politica interna del paese.
Dopo le sfide e i cambiamenti del 2022, il governo di Astana sta dimostrando una crescente determinazione nel giocare un ruolo propositivo a livello internazionale, non solo nel settore economico, ma anche in ambito culturale e sociale.
Articolo in mediapartnership con SpecialEurasia.