Sierra Leone. Arrestati i 13 ufficiali in seguito al tentato golpe

di Alberto Galvi –

E’ ufficialmente fallito il colpo di stato in Sierra Leone, che ha visto attacchi alle principali caserme e prigioni militari del paese. Nella giornata di oggi sono stati arrestati 13 ufficiali, e il bilancio definitivo 13 militari, tre assalitori, due poliziotti, un agente della sicurezza privata e un civile uccisi negli scontri.
Tre giorni fa i residenti di Freetown sono stati svegliati da forti colpi di arma da fuoco, e da quanto si è appreso uomini armati hanno fatto irruzione nell’armeria della più grande caserma militare del paese. Decine di aggressori hanno preso di mira caserme e due carceri della città, inclusa la prigione centrale dove è stata liberata la maggior parte degli oltre 2mila detenuti. Di questi circa 180 sono stati rintracciati e riportati in cella, mentre continua in tutto il paese la caccia agli evasi. Le forze di polizia e i militari stanno tutt’ora cercando gli aggressori, ma nelle ultime ore è stato allentato il coprifuoco nella capitale.
A definire l’accaduto un tentato colpo di Stato sono stati il presidente Julius Maada Bio e l’ECOWAS, la Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale: lo stesso presidente, lodato dalla comunità internazionale per alcuni progressi tra cui la lotta all’analfabetismo e l’aumento della scolarità infantile, è un ex militare che aveva preso parte in passato a colpi di stato e alla guerra civile che ha dilaniato il paese per 11 anni, fino al 2002. E’ al potere dal 2018 ed è stato eletto per un secondo mandato in giugno dopo aver battuto l’oppositore Samura Kamara in elezioni giudicate non trasparenti da diversi organismi della comunità internazionale. In passato Bio ha represso con la forza le manifestazioni del partito di opposizione Acp (All People’s Congress) contro il caro vita.
Un tentativo di golpe si era registrato lo scorso agosto, per quanto gli scontri fossero stati di minore entità.