Siria. L’Issg vuole una nuova e concreta tregua. E spinge per la ripresa delle trattative di Ginevra

di Guido Keller

Issg vienna grandeIncontrandosi a Vienna per discutere con il Gruppo di sostegno (Issg) della crisi siriana, il segretario di Stato Usa John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov hanno concordato un maggior impegno per realizzare in Siria un “reale cessate il fuoco”. I due hanno appurato la realtà di una tregua fino ad oggi debole ed in più occasioni violata da entrambe le parti, con difficoltà palesi nel campo delle trattative, non solo sul terreno.
Così a Vienna si è pensato di “definire una cornice di base” per arrivare ad un cessate-il-fuoco concreto, ma anche di “implementare il processo di Ginevra”, dove le opposizioni e la parte governativa continuano a non trovare l’accordo sul ruolo di Bashar al-Assad nella fase di transizione. Le posizioni continuano ad essere distanti, con i sauditi e i turchi che non vogliono la partecipazione dei curdi dell’Ypg ma che hanno appoggiato la presenza ai colloqui di gruppi in odore di jihadismo, come Jaysh al-Islam e Ansar al-Sham i quali, nonostante la tregua, stanno combattendo ad Aleppo in sostegno dei qaedisti di Jabat al-Nusra.
Anche l’Issg ha ravvisato nella riunione di oggi l’impossibilità di arrivare ad una soluzione senza che al-Assad non venga messo da parte, e Lavrov ha affermato che la Russia “non sostiene Bashar al Assad, ma la lotta al terrorismo”.
Per il ministro russo c’è comunque “un avanzamento in tutte le direzioni dei lavori intrapresi per arrivare ad una soluzione della crisi siriana”, ovvero “vi sono le basi per un nuovo round di colloqui inter-siriani”, per quanto ancora non vi sia una data.
Appare invece quantomeno ridicola, stando a quanto hanno riferito alcune fonti, l’accusa della delegazione francese alla Russia e all’Iran di sostenere e finanziare Damasco, dopo che è risultato evidente nel quadro del pasticcio siriano il sostegno degli alleati dell’occidente, nella fattispecie di Qatar, Arabia Saudita e Turchia non solo ai ribelli, ma anche ai gruppi jihadisti, gli stessi che compiono gli attentati terroristici in occidente.
Alla riunione di Vienna sono stati approvati gli aiuti umanitari a 18 città assediate dai militari o dalle opposizioni e, come ha spiegato Kerry, “La consegna di aiuti deve avvenire in tempi molto rapidi”, anche attraverso ponti aerei. La Pesc Federica Mogherini ha ricordato che “L’Ue è tra i pochissimi attori coinvolti ad essere presente sul terreno, con uffici a Damasco e Gazentep”.