Siria. Ormai è guerra fra sunniti e sciiti

di Saber Yakoubi –

Si presenta tutt’oggi complicata e di difficile soluzione la situazione in Siria, nonostante si fosse in passato più volte data come imminente la caduta di Bashar al-Assad.
In questi giorni la commissione d’inchiesta Onu sulla Siria ha parlato, in un rapporto presentato a Bruxelles, di una rivolta politica che si è trasformata in guerra di religione, pericolo che si è sempre conosciuto in quanto i vertici del regime siriano, attualmente al potere da oltre mezzo secolo, sono alauiti ed il padre dell’attuale presidente, Hafez al-Assad, conoscitore del percorso di quella confessione islamica nella storia, sapeva che per governare in pace erano necessari accomodamenti e compromessi; infatti il 73% dei siriani sono sunniti, il 17% sono alauiti  e circa il 10 % sono di fede cristiana.
Al fine di garantirsi una certa protezione, il partito Bath, apparentemente di ispirazione laico-socialista, ha provveduto a sistemare nei posti chiave dell’amministrazione pubblica dirigenti e funzionari alauiti, cioè sciiti, e quindi collegati a doppio filo con gli iraniani e con i libanesi Amal ed Hezbollah.
Non solo: da quando sono in corso i combattimenti, si è parlato da subito delle azioni repressive del regime sui quartieri e sulla popolazione sunnita, mentre gli alauiti hanno goduto di una certa considerazione, fatti questi confermati non sia da testimonianze di oppositori, sia da gente del regime.
Non rappresenta quindi un’anomalia il fatto che in Siria continuino ad arrivare combattenti sunniti da diverse parti del mondo arabo, fra i quali veri e propri professionisti preparati e per questo considerati come unità speciali dell’esercito.
Meno si parla invece della presenza in Siria delle brigate iraniane, dei miliziani dell’iracheno Muqtada al-Sadr, dei combattenti libanesi degli hezbollah guidati da Hassan Nasrallah, il quale ha dichiarato, giusto due giorni fa, che “il regime di al-Assad non cadrà mai”.
E’ quindi corretto affermare che in Siria è avvenuto quanto si paventava, e cioè che lì è in atto uno scontro fra sciiti e sunniti, in una terra dove gli alauiti (sciiti) hanno le potenzialità di sterminare un intero popolo, nel completo disinteresse della comunità internazionale. Anzi, come ha confermato il capo-delegazione Onu, Paolo Pereiro, il conflitto sta di giorno in giorno diventando sempre più aspro e stanno aumentando i crimini di guerra da entrambe le parti: “la Siria non è in grado di reggere un tale impatto – ha affermato – si rischia la distruzione completa. Per cui occorre un intervento politico serio e coraggioso”.