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Il re di Spagna Felipe VI ha incaricato il popolare Mariano Rajoy di formare un nuovo governo, dopo che domenica scorsa il comitato federale del Psoe, il Partito Socialista, aveva deciso con 139 voti a favore contro 96 contrari l’astensione della propria rappresentanza parlamentare sulla nascita di un secondo governo a guida del politico galiziano.
Era da 10 mesi e due elezioni che la Spagna non aveva un governo non ad interim, a causa del fatto che nessuno dei quattro partiti principali, cioè Pp, Psoe, Ciudadanos e Podems, voleva governare con l’altro.
La decisione del comitato centrale del Psoe, che è costata l’ulteriore spaccatura del partito, è stata provvidenziale anche per evitare una terza tornata elettorale, la quale sarebbe dovuta essere indetta obbligatoriamente a partire da lunedì prossimo nel caso in cui non si fosse stato trovato alcun accordo.
Dopo l’incontro con il re, Rajoy ha confermato che formerà un gabinetto appoggiato solo sui 139 deputati popolari, per cui si tratterà di un governo di minoranza, costretto a continui compromessi con i tre partiti di opposizione.
Il segretario di Podemos Pablo Iglesias ha accusatp i socialisti di “tradimento” e ha puntato il dito contro una “triplice alleanza” formata da Pp-Psoe-Ciudadanos.
