Spagna. Previsioni in crescita ma con ribasso: manca la stabilità politica

di Francesco Cirillo

spagna flag ventoProbabilmente anche Keynes e Adam Smith si stanno domandando com’è possibile che l’economia spagnola stia crescendo al ritmo del 3.2% nonostante il paese sia colpito da una gravissima e pericolosa paralisi politica.
Da oltre 10 mesi la Spagna è de facto senza un governo nonostante le due elezioni svoltesi nel dicembre 2015 e nel giugno 2016, le quali non hanno consegnato una maggioranza sufficiente ai quattro partiti del paese: Partito Popolare, Socialisti (Psoe), Podemos e Ciudadanos.
La crisi che ha investito la Spagna nel 2008, durata fino al 2013, ha portato il paese in recessione. Questo ha comportato le dimissioni del governo di José Luis Rodriguez Zapatero e le elezioni anticipate, che sono state vinte dai popolari guidati di Mariano Rajoy.
Il nuovo governo popolare ha promulgato immediatamente riforme strutturali e fiscali che avrebbero dovuto mettere a posto i conti dello Stato, per cui Rajoy ha chiesto a Bruxelles una tranche di aiuti del valore di 100 miliardi di euro per garantire liquidità alle banche. Questa mossa è costata alla Spagna l’imposizione di rigide misure fiscali da parte di Bruxelles, sollevando molti dubbi sulla reale portata del “rescate” spagnolo.
Rajoy, dopo aver ricevuto gli aiuti europei, ha introdotto nuove norme per il mercato di lavoro che “autorizza” le imprese a licenziare con più facilità e senza oneri troppo pesanti per le stesse aziende. Questo ha dato via libera alla ripresa economica del paese iberico consentendogli di uscire definitivamente dalla recessione del 2008-2011.
Le elezioni di dicembre 2015 e di giugno 2016 non hanno consegnato nessun vincitore alle urne elettorali, ma nonostante questo non hanno intaccato la crescita economica spagnola.
rajoy  preoccupato grandeVa anche detto che in Spagna vi è la mancanza di partiti realmente anti-sistema che potrebbero contestare l’apparato economico spagnolo.
Le riforme del primo ministro Rajoy e la richiesta di Madrid alla comunità europea di un prestito per salvare esclusivamente il comparto bancario hanno lasciato al governo spagnolo ampi spazi di manovra per rilanciare l’economia, che nel 2015 ha registrato una crescita di 3,2%. Dall’inizio del 2016 la crescita ha creato 400mila nuovi posti di lavoro, così come si sono dimostrati in forte aumento gli investimenti stranieri (+22 miliardi, fonte Ansamed). In aggiunta, i consumi sono saliti, il turismo ha toccato record storici e l’edilizia è ripartita, facendo già parlare del rischio di una nuova bolla immobiliare.
Le previsioni per il 2017, analizzate dalla Banca centrale spagnola, danno Madrid sempre in crescita ma con un forte ribasso causato dallo shock della Brexit.