SUD SUDAN. L’Onu aumenta il numero dei soldati del contingente di pace

di Viviana D’Onofrio – 

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha deliberato l’aumento del numero di caschi blu facenti parte del contingente di pace dislocato nel Sud Sudan, dilaniato da anni di violenza, portandolo da oltre 1.000 ad un massimo di 15.000 tra soldati ed uomini della polizia. Il mandato della forza di pace è stato esteso per altri sei mesi.
L’obiettivo delle misure intraprese è quello di garantire la protezione dei civili “con tutti i mezzi necessari“, che il Consiglio di Sicurezza considera come la sua principale priorità nel paese africano.
La risoluzione con la quale il Consiglio di Sicurezza ha deciso l’aumento del numero di caschi blu è stata adottata in risposta alle continue violazioni del “cessate il fuoco“ sia da parte del governo che delle forze di opposizione nel martoriato Sud Sudan.
La Missione delle Nazioni Unite in Sud Sudan (Unmiss, United Nations Mission in the Republic of South Sudan) venne istituita alla vigilia dell’indipendenza del Paese africano, avvenuta il 9 luglio 2011, al termine di un lungo processo di pace che aveva avuto inizio nel 2005 con la firma del Comprehensive Peace Agreement (Cpa) tra il governo del Sudan ed il Movimento popolare di liberazione del Sudan (SPLM), accordo che poneva fine ad oltre vent‘anni di guerra.
Con Risoluzione n° 1996 dell‘8 luglio 2011 il Consiglio di Sicurezza stabilì che la situazione creatasi in Sud Sudan continuasse a costituire una seria minaccia per la pace e per la sicurezza internazionale ed istituì ll’Unmiss con la finalità di consolidare la pace e la sicurezza nel Paese e di fornire un sostegno alla creazione di condizioni di sviluppo economico.
In seguito alla grave crisi scoppiata nel Sud Sudan nel dicembre 2013, il Consiglio di Sicurezza, con risoluzione n° 2155 del del 27 maggio 2014, ha rafforzato la missione di pace ed ha riorientato la priorità del suo mandato verso la protezione dei civili, il monitoraggio del rispetto dei diritti umani ed il supporto per l’assistenza umanitaria e per l’attuazione degli accordi di cessazione delle ostilità.
Nella risoluzione di oggi il Consiglio di Sicurezza ha espresso grave preoccupazione relativamente al fatto che “vi sono fondati motivi per ritenere che crimini di guerra e crimini contro l’umanità, compresi quelli relativi ad esecuzioni extragiudiziali, stupri e atti di violenza sessuale, sparizioni forzate, uso di bambini nei conflitti armati, arresti e detenzioni arbitrarie nonché attacchi contro scuole ed ospedali siano stati commessi sia dalle forze governative che da quelle di opposizione“.
Con la risoluzione i membri del Consiglio di Sicurezza hanno fatto richiesta al Segretario Generale dell‘Onu Ban Ki-moon di sviluppare un piano volto a far sì che l‘Unmiss “adotti le misure necessarie per scoraggiare e rispondere a qualsiasi escalation di violenza nella capitale Juba al fine di proteggere i civili e le infrastrutture critiche“.
Al fine di contrastare le minacce e gli attacchi contro la popolazione civile, la risoluzione ha, inoltre, sollecitato una strategia di allerta precoce comprendente la raccolta di informazioni ed il monitoraggio, oltre ad accertamenti su abusi perpetrati nei confronti di bambini e donne, tra i quali tutte le forme di violenza sessuale e di genere.