Svizzera. Ticino: referendum contro i frontalieri italiani, vincono i sì

Notizie Geopolitiche

SvizzeraDopo il referendum nazionale del febbraio 2014 con cui la Svizzera aveva posto un tetto ai migranti stranieri, oggi il canton Ticino è tornato alle urne su iniziativa del partito di destra Udc al fine inserire restrizioni anche per i lavoratori frontalieri, nella fattispecie i 65mila italiani che ogni giorno varcano la frontiera per lavorare soprattutto nei settori della Sanità e dell’alberghiero.
Ha vinto il “sì”: il 58% dei ticinesi contro il 39,7% ha deciso che da oggi un datore di lavoro sarà obbligato, a parità di competenze, a dare la precedenza nell’assunzione a un cittadino svizzero o a un residente straniero sul territorio svizzero.
L’iniziativa “Prima i Nostri” è spiegata sul sito dell’Udc: “dà al Consiglio di Stato il preciso mandato di mettere in atto tutte le misure concrete per respingere la pressione al ribasso sui salari, evitare la sostituzione sistematica dei lavoratori residenti e assicurare che i ticinesi abbiano la precedenza nel mercato del lavoro”.
Il “no” ha prevalso soprattutto nei comuni di Quinto, Dalpe, Lavizzara, Linescio, Bosco Gurin, Onsernone, Orsellina, Gorduno, Vico Morcote e Novaggio, mentre gli altri 120 comuni il voto è stato per il “sì”.
Sarà ora necessaria la stesura di una specifica legge cantonale, per quanto non potrà essere in contrasto con le leggi quadro federali sul lavoro.
Un secondo referendum sul quale si sono oggi espressi i ticinesi riguardava il controllo sugli stipendi al fine di evitare le differenze fra lavoratori stranieri e svizzeri, ma in questo caso ha vinto il “no”; promosso dalla sinistra, ha visto il 52,4% delle bocciature.
Nel luglio 2015 il Ticino aveva inserito l’obbligo per i lavoratori stranieri (quindi italiani) del certificato penale.

Svizzera frontiera Italia grande