Tanzania. Il governo in marcia verso Dodoma: sarà la nuova capitale

di Rodolfo Kiran –

dodomaA cinquantacinque anni dalla formale indipendenza dal Regno Unito, continua il processo di formazione-trasformazione della Tanzania. Ultimo atto di questo lungo percorso è lo spostamento definitivo della capitale da Dar El Salam a Dodoma.
Un progetto politico ambizioso, deciso già nel 1973 dal padre della patria Julius Nyerere, ma che la povertà economica prima e la mancanza di una decisa volontà politica avevano detto rimandare per oltre quattro decenni. La svolta è finalmente arrivata in questa seconda metà del 2016 con la presidenza di John Magufuli, che mantenendo fede agli impegni assunti durante la campagna elettorale del 2015, ha ufficialmente avviato il lungo processo amministrativo, scadenzandone il completamento per la fine del suo mandato nel 2020.
Lo spostamento del centro direzionale in una città situata nel centro geografico del paese avrà immediate ripercussioni positive per la popolazione tanzaniana quali il miglioramento della gestione amministrativa delle zone più remote, il decongestionamento di Dar El Salam (sia in termini di inquinamento che di flussi migratori diretti dalle campagne alla città), un forte incentivo agli investimenti verso l’interno del paese, costretta fino ad oggi a vivere di luce riflessa delle ricchezze riversate nella zona costiera della Tanzania dai flussi commerciali e turistici. Comunque, se da una parte è vero che lo spostamento della capitale porterà linfa vitale per l’attività imprenditoriale nel settore privato, sia per Dodoma che per le regioni ad essa limitrofe, dall’altra è difficile prevedere quando si potranno raccogliere i dividendi economici di tale circolo virtuoso.
Nonostante la perdita del prestigio governativo, Dar El Salam rimarrà la capitale commerciale della Tanzania, sulla falsariga di quanto già avvenuto in passato in Nigeria, quando la capitale venne trasferita da Lagos ad Abuja, proprio per la posizione geografica più centrale di quest’ultima.
Il primo passo simbolico in questa direzione è stato compiuto lo scorso 30 settembre con il trasferimento degli uffici del primo ministro Kassim Majaliwa nella nuova capitale, a cui seguiranno nel corso del 2017 tutti gli altri dicasteri. Una mossa politica con cui il Partito della Rivoluzione (Chama Cha Mapinduzi – CCM) va ad ipotecare la sua riconferma alla testa del paese almeno per il prossimo decennio, scalzando ogni velleità dei partiti di opposizione di vincere le prossime competizioni elettorali.
La volontà politica però è solo una delle due componenti necessari al completamento del progetto, l’altro è la ricerca dei fondi per poterlo attuare. L’Autorità dello Sviluppo della Capitale (CAD) ha stimato uno sforzo economico-finanziario pari a circa $582.9 milioni nei prossimi tre anni, che rischia di appesantire le casse del paese. Una cifra impegnativa che oltre alla creazione di edifici pubblici istituzionali (sia nazionali che internazionali), prevede anche la creazione delle essenziali infrastrutture di trasporto e logistica, da cui Dodoma non può prescindere per essere facilmente accessibile come deve esserlo una capitale di un paese in continua crescita come la Tanzania.
A tal proposito Dodoma potrà contare sul sostegno del governo di Pechino, impegnato già da diverso tempo nella costruzioni dei primi edifici governativi nella nuova capitale, di cui rappresenta uno dei maggiori partner commerciali assieme all’India. Ennesima dimostrazione di come la diplomazia economica di Pechino giochi un ruolo centrale nel rafforzare l’egemonia cinese sul continente africano.

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