TAP. Terminato trasferimento ulivi. Sindaco Potì lancia accuse ma l’azienda lo zittisce

di Notizie Geopolitiche – 

Trans Adriatic Pipeline AG (Tap) ha annunciato in un comunicato, diffuso sul proprio sito web, che sono terminate oggi le operazioni di trasferimento alla nursery di masseria del Capitano degli ultimi 42 ulivi, espiantati nell’area dove sorge il cantiere del microtunnel a san Basilio, che hanno raggiunto gli altri 168 già presenti nella struttura.
Il trasferimento di queste piante si è reso necessario per realizzare il tratto italiano del gasdotto Tap, il quale consentirà al gas azero estratto nel Caspio di fluire verso l’Italia.
“Lo spostamento delle piante, avvenuto nel pieno rispetto delle autorizzazioni rilasciate a Tap dagli enti competenti, si è reso necessario per poterle accudire e proteggere adeguatamente, come già accade per 168 ulivi trasferiti nei mesi scorsi nella nursery di Masseria del Capitano.” si legge nel comunicato, che continua: “Nel sito è installato un adeguato sistema di irrigazione ed è stato montato un tendone a protezione delle piante da insetti e vettori di infezioni, come previsto dal Piano di Gestione già approvato dalla Regione Puglia. Nei prossimi giorni anche gli ulivi trasferiti questa notte saranno sistemati sotto rete”.
La realizzazione dell’opera ha però da tempo incontrato l’opposizione di alcune amministrazioni locali e dei comitati cosiddetti NoTap, proteste che sono a volte sfociate in atti di violenza e di sabotaggio contro il cantiere e le aziende che vi operano.
Marco Potì, sindaco di Melendugno, comune pugliese dove sorgeranno le strutture ed i terminali di approdo della tubazione sulle coste italiane, ha affidato a Facebook le proprie proteste, scrivendo che il trasporto degli ulivi si sarebbe svolto “n violazione di quanto previsto dalla Via (Valutazione di impatto ambientale n.d.r.) che prevede il divieto di esecuzione di lavori durante il periodo estivo ed in violazione della legge regionale che prevede il divieto di movimentazione degli ulivi durante il periodo di riposo vegetativo”.
Subito è arrivata la risposta di Tap in due punti:
1) nell’Autorizzazione Unica non vi è alcun riferimento alla sospensione dei lavori; nella documentazione integrativa allo Studio di impatto ambientale presentata da Tap il 17 aprile 2015, a pagina 90 è scritto: “6 TEMPI DI COSTRUZIONE La seguente Tabella 27 presenta un sommario delle tempistiche previste per la realizzazione delle principali fasi principali del progetto. Complessivamente, il progetto potrà essere portato a termine in circa tre anni; durante la stagione balneare (da giugno a settembre) le attività sulla costa verranno sospese.”
2) “Tap si è dunque impegnata volontariamente a non effettuare lavori di cantiere ‘sulla costa’ e in più ha deciso di non effettuare altre attività di cantiere nella stagione balneare; e infatti l’attività di cantiere dell’espianto e provvisoria zollatura o invasamento degli ulivi è stata effettuata ben prima dell’inizio della stagione turistica. Il trasporto lungo strade pubbliche a mezzo camion di ulivi zollati non è evidentemente un’attività di cantiere. Lo sarebbe certamente stata, invece, la realizzazione, secondo quanto previsto dal piano di gestione degli ulivi approvato dalla Regione Puglia e fortemente richiesto dalle autorità fitosanitarie la realizzazione anche a San Basilio di un tendone a protezione dalla Xylella delle piante, in analogia a quanto già realizzato a Masseria del Capitano.”
La tubazione del Tap, raccordandosi con il Trans Anatolian Pipeline (Tanap) a Kipoi, nella Grecia orientale, attraverserà tutta la parte settentrionale della penisola ellenica (550km), percorrendo poi da est ad ovest l’intera Albania (215km) fino al terminale di Seman, dove comincerà il tratto sottomarino sul fondale adriatico (105km), il quale terminerà a Melendugno, comune pugliese, che sarà interessato da un tratto di 8km di tubazioni (sugli 878km totali).
Ad opera terminata attraverso il Tap fluiranno circa 20 miliardi di metri cubi di gas naturale ogni anno, estratti nel giacimento azero di Shah-Deniz II, i quali rappresenteranno per l’Italia e per l’Europa una fonte di metano alternativa al gas africano e russo, incrementando l’indipendenza energetica dei paesi Ue.