Tunisia. Migranti: Saied chiama Meloni, ‘servono azioni congiunte’

di Bessem Ben Dhaou –

SFAX (Tunisia). Il presidente tunisino Kais Saied ha discusso nel corso di una telefonata con il primo ministro italiano Giorgia Meloni sul come affrontare in modo congiunto le cause dell’immigrazione irregolare.
Nella nota emessa dalla presidenza tunisina si legge che Saied ha sottolineato “la necessità di completare il percorso iniziato da Roma con un’iniziativa congiunta tra Tunisia e Italia per affrontare in modo congiunto le cause dell’immigrazione irregolare e porre fine a questa tragedia”.
Secondo il comunicato la richiesta riguarda “operazioni di coordinamento tra Tunisia e Italia alla luce dell’aggravarsi del flusso continuo di migranti irregolari che si nasconde dietro le reti criminali dedite alla tratta di esseri umani”.
Il 23 luglio Roma ha ospitato i lavori della Conferenza Internazionale sullo Sviluppo e la Migrazione Irregolare, alla presenza dei leader dei Paesi del Mediterraneo a Roma, per contrastare il flusso irregolare di migranti e contribuire allo sviluppo dell’Africa.
Il 16 dello stesso mese, la presidenza tunisina ha annunciato la firma di un memorandum d’intesa con l’Unione Europea sul “partenariato strategico e globale” tra le due parti in settori quali la promozione del commercio e la lotta all’immigrazione irregolare, per un valore di oltre più di 750 milioni di euro (circa 834 milioni di dollari).
In più di un’occasione il presidente tunisino ha invitato a instaurare una cooperazione internazionale per far fronte al ritmo crescente dell’immigrazione irregolare, sottolineando che “non è possibile trovare soluzioni locali a questo fenomeno”.
Negli ultimi mesi il ritmo dell’immigrazione irregolare verso l’Europa attraverso la Tunisia è aumentato a causa delle ripercussioni delle crisi economiche e politiche del continente, ma l’arrivo di un enorme quantitativo di migranti in Tunisia sta creando problemi di carattere sociale in un paese che non dispone di infrastrutture per l’accoglienza e che si trova in forti difficoltà economiche.