TURCHIA. Bruxelles tende la mano, ma su diritti non transige

TMNews, 18 nov 11 –

Turchia ed Europa a confronto sulle rive del Bosforo: Bruxelles continua a sostenere il cammino di integrazione di Ankara, ma precisa che vanno rispettate tutte le condizioni per l’ingresso in Ue, mentre Ankara scalpita e chiede che venga riconosciuto il suo ruolo di partner sempre più strategico. È questo il messaggio emerso dalla conferenza a Istanbul “Turkey-Eu: Common Interests Revisited”, alla quale hanno partecipato il commissario europeo per l’Allargamento Stefan Fuele, il ministro turco per l’Europa Egemen Bagis, e il titolare delle Finanze turco, Mehmet Simsek. L’incontro arriva in un momento in cui il cammino negoziale della Turchia verso l’Europa ha subìto una battuta di arresto e dopo la pubblicazione del rapporto annuale che ribadisce critiche e dubbi sul rispetto dei diritti fondamentali. La porta di Bruxelles, assicura Stefan Fuele, rimane aperta, ma ci sono punti sui quali l’Europa non intende transigere. “Sono in Turchia per la settima volta – ha detto Fule – e vengo qui, in modo convinto, quale commissario all’Allargamento. Siamo pronti a sostenere la Turchia e i suoi sforzi. Il processo negoziale che il Paese sta compiendo è fatto per creare una reale integrazione. Come abbiamo già detto, apprezziamo gli sforzi condotti fino a questo momento per la democratizzazione del Paese e appoggiamo il cammino che porterà alla nuova Costituzione turca, ma devono trovare garanzie anche i diritti fondamentali come i diritti delle minoranze e la libertà di espressione”. Dall’altra parte c’è una Turchia che crede sempre di più in se stessa e nelle proprie potenzialità e che può offrire molto all’Unione, soprattutto in questo momento di crisi economica. “Mi chiedono spesso – ha detto il ministro delle Finanze Simsek – perché nonostante la crisi vogliamo ancora entrare in Europa. Con il suo allargamento a Est l’Europa ha portato grandi cambiamenti anche in Turchia e per questo la ringraziamo. I nostri rapporti con l’Europa anche in tempo di crisi rimangono forti: il 50% delle esportazioni turche è diretto in Unione europea e l’80% degli investimenti stranieri proviene da Paesi europei. La Turchia in questo momento vanta una condizione economica che andrebbe considerata: abbiamo un deficit all’1% del Pil e grazie alla disciplina finanziaria e alla stabilità politica riusciamo a garantire una grande solidità nel settore bancario”. Da parte sua, tra fondi e finanziamenti, Bruxelles tra il 2007 e il 2013 verserà 4,8 miliardi di euro alla Mezzaluna. La Turchia che porta avanti il non facile dialogo con l’Ue si ritaglia nel frattempo un ruolo sempre più strategico nell’area mediorientale, cosa che le permette di proporsi non solo come naturale porta verso l’Asia per l’Europa, ma come player di peso in un’area con enormi cambiamenti in corso. Un ruolo che l’Ue a volte sembra faccia fatica a riconoscere. E che alimenta i dubbi turchi, rivolti soprattutto a Francia e Germania, due paesi che non hanno mai nascosto la loro avversità all’ingresso della Mezzaluna in Europa, proponendo per lei non la piena adesione ma una partnership privilegiata. “Crediamo ancora molto nell’ingresso in Europa nonostante la crisi – ha affermato oggi il ministro per l’Europa Egemen Bagis – Il commissario Stefan Fule capisce quanto la Turchia sia importante con la sua popolazione giovane e dinamica, il potenziale turco dovrebbe essere impiegato nel modo migliore. Credo vadano rivisti i meccanismi di decisione europea, non è possible che due paesi possano parlare anche per gli altri venti”.