Ucraina. Chernihiv: Zelensky mente, al teatro era in corso una fiera di droni e armi

di Enrico Oliari

Un missile russo ha centrato ieri un evento espositivo presso il teatro di Chernihiv, nell’Ucraina settentrionale, poco al di sotto della Bielorussia. Nella deflagrazione sono rimaste uccise 7 persone, tra cui una bambina di sei anni, e 148 sono rimaste ferite. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha giurato vendetta per un’azione, da lui definita “terroristica”, “la quale – ha affermato – comporterà una risposta durissima” da parte delle forze ucraine. Zelensky ha precisato che il nome della bambina uccisa era Sofia, e che “sono rimasti feriti altri 15 bambini”.
Nella comunicazione mediatica della guerra, arte che il presidente ucraino sembra conoscere bene, viene costantemente messo il dito sui bambini morti o feriti, magari nell’esplosione di un edificio civile come può essere un ospedale, una scuola o, in questo caso, un teatro.
Anche in questo caso tuttavia la realtà è diversa, senza nulla togliere alla drammaticità dell’evento: nel teatro si stava tenendo sostanzialmente un incontro di produttori e di commercianti di droni, nonché di pacchetti formativi per la guida dei velivoli senza pilota. Gli stessi droni che vengono lanciati (al momento con scarso successo) sulla Russia, in particolare su Mosca.
A confermare che presso il teatro di Chernihiv era in corso la fiera del drone è stata una delle organizzatrici dell’evento “Uccelli feroci”, Maria Berlinska, la quale ha precisato che “solo gli invitati potevano conoscere il luogo”, nella fattispecie “ingegneri, militari e volontari sul tema delle tecnologie militari per il fronte”.
Appare evidente che ad avvertire i russi della presenza in un sol posto di venditori e acquirenti di droni siano state spie russe, e difatti Berlinska ha spiegato su Facebook che “stiamo lavorando con la Sbu (intelligence ucraina) per le indagini”.
Zelensky ha quindi mentito, o quantomeno nascosto la verità: al teatro non era in corso un’operetta per bambini, bensì una fiera di costruttori e venditori di armi, una concentrazione di militari e di produttori di armi che comprensibilmente in una guerra viene ad essere bersaglio del nemico.