Ucraina. Hegseth, ‘irrealistico tornare a un pre-2014, irrealistica l’adesione alla Nato’

di Guido Keller

Il segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, è intervenuto alla riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina in corso a Bruxelles, dove ha affermato che “Siamo in un momento critico. Mentre si avvicina il terzo anniversario della guerra, il nostro messaggio è chiaro: lo spargimento di sangue deve cessare e questa guerra deve finire”. “Il presidente Trump – ha spiegato – ha chiarito al popolo americano e a molti dei suoi leader che porre fine ai combattimenti e raggiungere una pace duratura è una priorità assoluta. Intende porre fine a questa guerra attraverso la diplomazia e portare sia la Russia che l’Ucraina al tavolo dei negoziati. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti contribuirà a raggiungere questo obiettivo”.
Sottolineando che “Vogliamo un’Ucraina sovrana e prospera”, ha affermato che che “dobbiamo cominciare a riconoscere che il ritorno ai confini dell’Ucraina precedenti al 2014 è un obiettivo irrealistico. Perseguire questo obiettivo illusorio non farà altro che prolungare la guerra e causare più sofferenze”.
Per cui “una pace duratura per l’Ucraina deve includere garanzie di sicurezza credibili per impedire che la guerra scoppi di nuovo, e questo non dovrebbe essere un Minsk 3.0”.
“Gli Usa – ha continuato – non credono che l’adesione dell’Ucraina alla Nato sia un risultato realistico di una soluzione negoziata. Al contrario, qualsiasi garanzia di sicurezza deve essere supportata da forze europee e non europee. Se in qualsiasi momento queste truppe dovessero essere dispiegate in Ucraina come forze di mantenimento della pace, dovrebbero farlo nell’ambito di una missione non Nato. E non dovrebbero rientrare nell’articolo 5. È inoltre necessario garantire un controllo internazionale affidabile sulla linea di contatto. Per essere chiari: in base a qualsiasi garanzia di sicurezza, le truppe americane non verranno dispiegate in Ucraina”.
Hegseth ha notato che il presidente Trump si è impegnato ad abbassare i prezzi dell’energia per non rendere più conveniente l’acquisto dalla Russia, cosa che alimenterebbe la macchina difensiva di Mosca, e ha auspicato che le pressioni sanzionatorie possano spingere la Russia al tavolo delle trattative.
Il capo della Difesa Usa ha poi affermato che a Monaco, dove si terrà un incontro con gli alleati, chiederà ai Paesi europei un maggiore impegno finanziario per la loro sicurezza: “L’idea di Washington è che l’Europa debba investire di più nella propria difesa, invece di fare affidamento sugli Stati Uniti”.
Parallelamente Bloomberg ha riportato che il segretario al Tesoro Scott Bessent è atteso a Kiev questa settimana per discutere della possibilità che gli Stati Uniti ottengano accesso ai minerali rari ucraini. L’amministrazione Trump, secondo quanto dichiarato dallo stesso presidente, intende negoziare un accordo che garantisca a Washington il controllo su queste risorse in cambio di aiuti militari e finanziari all’Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è detto disponibile a questa intesa, riconoscendo l’interesse strategico delle risorse minerarie del Paese.
In un’intervista al Guardian, Zelensky ha dichiarato di essere pronto a discutere con Mosca uno scambio territoriale per porre fine alla guerra, nel caso Trump riuscisse a portare le parti al tavolo negoziale. Secondo il presidente ucraino, Kiev potrebbe cedere parti della regione di Kursk, occupata brevemente durante un’incursione ucraina nell’agosto scorso.