Ucraina. Myrotvorec’, sito indispensabile in tempo di guerra ma… in tempo di pace e di entrata nella UE?

di Lorenzo Pallavicini

Il sito ucraino Myrotvorec’ è balzato nuovamente agli onori delle cronache per aver messo in rete, dopo il decesso dell’ex presidente del consiglio Berlusconi, una sua foto con accanto la parola “liquidato”, una immagine stonata considerando che il suo partito, Forza Italia, ha sempre votato gli aiuti militari al governo ucraino sia col governo Draghi che con quello Meloni, senza che il rapporto personale di Berlusconi con Putin lo impedisse.
Tale portale rappresenta un aspetto controverso della attuale situazione politico militare in Ucraina. Myrotvorec’ è nato in seguito ai fatti dell’Euro Maidan ed all’inizio degli scontri in Donbass del 2014. Il portale è stato lanciato dal politico e attivista ucraino Georgiy Tuka, poi presidente dell’associazione Narodny Ty di supporto ai militari ucraini e nominato nel 2015 dal presidente Poroshenko capo della amministrazione militare statale dell’oblast di Lugansk, una delle regioni contese tra russi e ucraini.
Nonostante Myrotvorec’ dichiari in via ufficiale di essere una organizzazione indipendente, secondo alcune fonti avrebbe legami con il servizio di sicurezza dell’Ucraina (SBU) e il ministero degli Affari interni. Il sito è noto per pubblicare informazioni personali come numeri di telefono, indirizzi di residenza, nomi di eventuali figli e parenti, su coloro che sono considerati “nemici dell’Ucraina” o simpatizzanti dei separatisti filorussi, compresi cittadini stranieri e di nazionalità occidentale.
L’acquisizione delle fonti e delle informazioni che vengono pubblicate su tale portale è ancora oggetto di mistero, dal momento che esse non sempre sono verificabili sul campo, oltre alla presenza in tali liste di personale civile non legato ad azioni militari, come ad esempio giornalisti, anche stranieri tra cui l’italiano Andrea Rocchelli, ucciso in Donbass nel 2014, sulla cui morte aleggiano misteri irrisolti, e l’ex corrispondente RAI da Mosca Marc Innaro, schedato dal sito per le sua presunte posizioni filorusse.
Sia l’Unione Europea che il Dipartimento di Stato Usa, negli anni passati, hanno preso pubblicamente le distanze da tali iniziative, con azioni ufficiali come la risoluzione del 21 febbraio 2021 del Parlamento europeo sull’attuazione dell’accordo di associazione tra l’UE e l’Ucraina che impegna le “autorità (ucraine) a condannare fermamente e a vietare le operazioni di gruppi e siti web estremisti e che incitano all’odio, come Myrotvorec’, che alimentano le tensioni nella società e abusano dei dati personali di centinaia di persone, tra cui giornalisti, politici e membri di gruppi di minoranza.”
L’accordo di associazione tra l’Unione Europea e l’Ucraina, comprendente una zona di libero scambio, entrato in vigore nel settembre 2017, fu alle origini delle proteste in piazza che sfociarono nella cacciata del governo Yanukovich e un punto essenziale delle politiche di avvicinamento alla UE promosse dal governo Poroshenko e proseguite con il governo Zelensky.
Al di là dei parametri economici, essenziali ai fini di garantire l’equilibrio finanziario della comunità europea, la questione relativa ai diritti umani e delle minoranze è decisiva per poter entrare a pieno titolo nella Unione e elementi come il sito Myrotvorec’ possono essere un ostacolo nel cammino di una Ucraina necessariamente riformista per entrare in Europa.
Tale portale infatti pare racchiudere elementi contrari all’ordinamento giuridico comunitario, contrasta con le normative europee in merito al tema del trattamento dei dati personali e della privacy, nonché con il principio di garanzia di un pluralismo della stampa e della informazione.
Iniziative simili sono state portate avanti, seppur con modalità differenti, anche in altri paesi dell’Europa orientale e, tra queste, la più recente viene dalla Polonia, con la proposta di legge che istituisce una commissione per vagliare la propaganda pro Russia, in cui si possono celare interessi a ledere politicamente gli avversari del governo polacco e che ha visto, sia all’estero che soprattutto in patria, forti proteste e manifestazioni di piazza in cui, tra gli altri, ha partecipato lo storico leader sindacale e primo presidente polacco post comunista Lech Walesa.
Essendo l’Ucraina ad oggi in uno stato di guerra con la legge marziale, Myrotvorec’ assume una funzione ancora utile per il governo ucraino, essendo un portale ricco di informazioni e dati su possibili elementi nemici a Kiev e un suo smantellamento da parte del governo Zelensky è improbabile in questa fase, in cui non vi sono spazi per negoziati e ogni elemento è utile per il successo, compreso il monitoraggio dei presunti nemici dell’Ucraina in ambito di informazione e propaganda.
Tuttavia è auspicabile, a guerra conclusa, che il governo ucraino, nell’ambito delle riforme in chiave europea possa arrivare a censurare alcune condotte di tale portale inserendolo in un alveo più consono a quello dei paesi comunitari, in particolare evitando le schedature dei giornalisti e della stampa, un problema che pone l’Ucraina ancora, in parte, in contrasto con le normative europee del pluralismo della libertà di stampa.
In una fase storica di pace, sarà essenziale, da parte dell’Unione Europea, vigilare su questi aspetti affinché l’Ucraina possa inserirsi nella comunità europea evitando i casi di membri UE con problemi sulla limitazione alle libertà di pluralismo della stampa, come l’Ungheria o la Polonia, con procedure di infrazione in corso che, in casi gravi, portano al blocco dei fondi comunitari, essenziali per lo sviluppo economico dei paesi della Europa orientale e determinanti per la futura ricostruzione ucraina.
Considerando che l’Ucraina è un paese con un fortissimo peso geopolitico e che se diventasse membro UE i confini della comunità europea si amplierebbero di centinaia di chilometri con la Federazione Russa, sarà determinante vedere la capacità del governo ucraino di adeguarsi a tali standard che, almeno fino ai fatti dell’Euro Maidan, apparivano ancora lontani, visto che i governi precedenti, specie quelli a guida Kuchma e Yanukovich, in materia di pluralismo di stampa e giornalismo avevano criteri ben diversi rispetto alle democrazie occidentali.