di Giuliano Bifolchi * –
Secondo quanto riportato dalle fonti locali abcase e russe, l’aeroporto di Sukhum dovrebbe entrare in servizio nel 2025 grazie al restauro a spese di un investitore privato russo. L’accordo di ricostruzione e restauro dell’infrastruttura è stato sviluppato dal ministero dello sviluppo economico della Russia con il fine sia di aiutare la Repubblica di Abcasia (entità statale divenuta autonoma a seguito del conflitto russo-georgiano del 2008) a migliorare i propri collegamenti, sia per creare una struttura di riserva per il vicino aeroporto di Sochi.
Le parole di Maxim Reshetnikov, ministro dello Sviluppo economico della Federazione Russa, hanno sottolineato l’importanza che l’aeroporto di Sukhum potrebbe avere nel quadro dei voli della Russia meridionale, considerando che attualmente Sochi è il principale hub internazionale nella regione e la maggior parte degli aeroporti non è in attività.
Il documento sull’attuazione del progetto di investimento per la ripresa delle attività e l’ulteriore funzionamento del porto aereo è stato sviluppato dal ministero dello Sviluppo economico della Federazione Russa.
Il ripristino dell’aeroporto, che sarà curato da una compagnia russa, consentirà a Mosca di riprendere le comunicazioni aeree con Sukhum, aumentare il flusso di turisti e ridurre le code alla frontiera. Come ha spiegato il ministro, la Russia si occuperà dell’organizzazione dell’interazione tra l’investitore e la parte abcasa, mentre Sukhum porterà le infrastrutture energetiche al porto aereo e risolverà i problemi della terra.
Per la parte abcasa il documento è stato firmato dal vice primo ministro e ministro dell’Economia Kristina Ozgan, la quale ha sottolineato come questo accordo possa essere considerato “storico” per la repubblica in quanto l’apertura dell’aeroporto rappresenterà un potente stimolo per l’economia abcasa.
Intervistato sull’argomento, Kan Taniya, ambasciatore plenipotenziario e straordinario del ministero degli Affari esteri dell’Abcasia, ha sottolineato che tale accordo è stato firmato durante il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo (SPIEF 2023).
“Va detto che nel corso degli anni – ha dichiarato Taniya – durante la presidenza di Sergei Bagapsh, Alexander Ankvab, Raul Khajimba, questo tema si è trovato di tanto in tanto al centro dell’attenzione pubblica. Anche se tale opportunità non aveva mai creato discussioni, occorre evidenziare come diverse persone trattavano le notizie regolari su questo argomento con diversi gradi di entusiasmo e scetticismo.
Per esempio il 26 luglio 2019, con decisione del Consiglio dei ministri della Repubblica di Abcasia, il codice internazionale di quattro lettere ‘URAS’ è stato assegnato all’aeroporto internazionale di Sukhum intitolato al primo presidente V. G. Ardzinba e allo spazio aereo della Repubblica di Abcasia, previo accordo con la parte russa, con successiva inclusione nella pubblicazione di informazioni aeronautiche della Federazione Russa (AIP). La prima lettera è presente nei codici degli aeroporti post-sovietici, la seconda indica la città di Rostov-on-Don, dove il servizio di controllo del traffico aereo controlla tutte le compagnie aeree che transitano nella regione, la terza Abcasia, e la quarta Sukhum.
La differenza tra questa discussione e le precedenti è che si svolge nel contesto di tre anni di accuse da parte dell’attuale opposizione politica alle autorità in carica di aver svenduto oggetti strategici del Paese. L’aeroporto di Sukhum, rimasto inattivo e senza possibilità di ristrutturazioni da quasi tre decenni, è probabilmente la più grande struttura abbandonata.
Il campo di volo e le infrastrutture dell’aeroporto di Sukhum rimarranno di proprietà dello Stato, ma verranno affittati. L’investitore sarà proprietario delle strutture legate al funzionamento dell’aeroporto – terminali, complessi di rifornimento carburante e così via, ma la struttura manterrà il suo status di doppio uso cioè non solo civile ma anche militare.
In Abcasia c’è un solo aeroporto e di conseguenza tutto ciò che riguarda le questioni di difesa rimarrà nel quadro dell’attuazione di questo progetto di investimento. Una parte di questa struttura, infatti, sarà destinata a questa direzione e la dislocazione non cambierà, tutto rimane alle stesse condizioni”.
In merito al ruolo logistico che l’aeroporto di Sukhum potrà svolgere nel quadro dei voli della Russia meridionale, Taniya ha enfatizzato che “La ripresa dei collegamenti aerei con la Russia non è solo un evento politico e storico, ma anche economico. L’apertura della struttura amplierà la capacità dell’infrastruttura di trasporto, garantirà l’accessibilità ai turisti, decongestionerà il valico di frontiera di Psou, stimolerà lo sviluppo del complesso turistico e dei trasporti e aumenterà il numero di posti di lavoro. Si prevede che i collegamenti aerei tra la Russia e l’Abcasia saranno avviati entro il 2025. L’aeroporto ristrutturato sarà in grado di gestire fino a 400 passeggeri all’ora, ovvero più di tre milioni all’anno”.
La riapertura dell’aeroporto di Sukhum grazie ai finanziamenti russi dimostra lo stretto legame esistente tra la Federazione Russa e l’Abcasia. La ristrutturazione di questa infrastruttura è uno dei tanti tasselli che cementa le relazioni russo-abcase: nel dicembre 2022, ad esempio, la visita ufficiale della Duma di Stato russa in Abcasia aveva contribuito a migliorare i rapporti esistenti tra Mosca e Sukhum e confermato la volontà del Cremino di cementare il proprio supporto alla parte abcasa e di rafforzare la propria presenza nel contesto della regione del Caucaso.
* Articolo in mediapartnership con SpecialEurasia.