Unione europea. In 26 votano per il popolare Jean-Claude Juncker. Cameron infuriato, ‘ve ne pentirete!’

di Guido Keller

junker grandeTutti (o “quasi”) sono convenuti sulla figura dell’ex premier lussemburghese, il popolare Jean-Claude Juncker, all’elezione di presidente della Commissione europea. A darne per primo la notizia è stato su Twitter il presidente uscente del Consiglio Ue Herman van Rompuy, il quale già ieri sera aveva comunicato che “La decisione è stata presa. Il Consiglio europeo propone Jean-Claude Juncker come prossimo capo della Commissione europea”.
Politicamente, quindi, la cosa è fatta, mentre per gli aspetti tecnici si dovrà aspettare l’approvazione da parte dell’Assemblea di Strasburgo che si riunirà il 16 luglio prossimo.
A pesare nel quadro politico è stato quel “quasi”, poiché a dirsi contrario fino all’ultimo alla nomina di Juncker è stato il premier britannico David Cameron, il quale ha osteggiato la decisione degli altri 26 membri Ue ad oltranza. Con lui solamente l’euroscettico ungherese Viktor Orban, giusto per sottolineare un’amara sconfitta che è sfociata nella rabbia dello stesso Cameron, che ha avvertito “ve ne pentirete!”.
A Londra brindano gli euroscettici di Nigel Paul Farage, dopo che la stampa ha tradotto quel “ve ne pentirete!” con la possibile uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, in ogni caso non prima del referendum, a questo punto certo, del 2017.
Il de profundis di Cameron è poi continuato con “potrebbero rimpiangere per tutta la vita il nuovo processo” (…) “Mi batterò sempre per gli interessi della Gran Bretagna”. “Oggi è una brutta giornata per l’Europa”, in quanto la scelta di Juncker “è un grande passo indietro. Non sono d’accordo con il fatto che sia il Parlamento europeo a scegliere il presidente. Non credo che questa scelta sia nell’interesse britannico”.
Di diverso avviso i 26 paesi che si sono espressi a favore, a cominciare dall’italiano Matteo Renzi, il quale ha esclamato “Finalmente l’Ue punta sulla crescita” e ha detto di ritenere “molto, molto buono dal punto di vista della sostanza il documento finale presentato”. “Ho votato a nome dell’Italia per Juncker – ha continuato il premier italiano – : l’ho votato, in una procedura che si è esplicitata a maggioranza, perché c’era quel testo, non l’avrei fatto senza, e perché c’era un accordo politico tra le forze di coalizione”. “E’ stato un vertice tosto e complicato – ha spiegato -, molto importante anche per l’ampiezza dell’agenda”.
L’entusiasmo di Renzi si riassume nella parola “flessibilità”, fulcro del documento: “per la prima volta il focus è sulla crescita e sulla flessibilità – ha dichiarato -. Insistere sulla crescita è una svolta per l’Europa. E in quel documento c’è l’idea che parlare di crescita non è un optional ma un elemento costitutivo della Ue”. Renzi ha spigato che nel documento si “afferma che, se un Paese fa le riforme strutturali sul serio, ha diritto alla flessibilità più ampia” e questo è “il punto politico per noi più importante. Ora le riforme vanno fatte. Riteniamo che non si debbano violare le regole del Patto, ma viola il principio del Patto chi parla solo di stabilità e non di crescita”.
Anche Angela Merkel si è, per così dire, “abborbidita”: la cancelliera tedesca, pur riaffermando che “Sulla flessibilità decide la Commissione” e che “non può essere modificato il Patto di Stabilità”, ha spiegato che ci sarà un’interpretazione “Paese per Paese”. E la stessa a Renzi ha detto che “l’Italia avrà più crescita di ora”.

Chi è Jean-Claude Juncker *.
Nato a Redange-sur-Attert il 9 dicembre 1954, Jean-Claude Juncker è un avvocato lussemburghese, professione che ora non esercita più. È stato Primo ministro del Granducato dal 20 gennaio 1995 al 10 luglio 2013 ed è stato presidente dell’Eurogruppo dal 2005 al gennaio 2013, in forza al Partito Popolare europeo.
Laureatosi all’Università di Strasburgo, dove ha conseguito una laurea in Diritto, ha militato nel Partito Popolare Cristiano Sociale (PCS/CSV) fin dal 1974, di cui divenne segretario parlamentare (1979) e presidente fra il gennaio 1990 e febbraio 1995.
Fu nominato nel dicembre 1982, a 28 anni, Segretario di Stato al Lavoro e alla Sicurezza Sociale.
Nel giugno 1984 fu eletto per la prima volta al Parlamento lussemburghese e fu nominato ministro del Lavoro e ministro delegato al Bilancio nel primo governo diretto da Jacques Santer e poi, dopo le elezioni legislative del giugno 1989, fu nominato ministro delle Finanze e ministro del Lavoro.
La designazione di Jacques Santer a Presidente della Commissione europea da parte del Consiglio Europeo e la sua conferma da parte del Parlamento Europeo, portò il Granduca Giovanni di Lussemburgo a nominare Jean-Claude Juncker Primo ministro, ministro di Stato, il 20 gennaio 1995. Anche da capo del governo continuò ad esercitare le funzioni di ministro delle Finanze, ministro del Lavoro e ministro del Tesoro.
Dopo le elezioni legislative del giugno 1999 vinte dal Partito Cristiano-Sociale, Jean-Claude Juncker fu nuovamente posto alla testa del nuovo governo, composto da rappresentanti cristiano-sociali e del Partito Democratico, mettendo così fine ad una coalizione durata 15 anni tra il PCS e il Partito Socialista Operaio lussemburghese. Mantenne anche il portafoglio di Finanza e Comunicazione.
Governatore della Banca mondiale dal 1989 al 1995, Jean-Claude Juncker assunse dal 1995 la responsabilità di Governatore del Fondo Monetario Internazionale e di Governatore della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS).
Dopo le elezioni europee del 1999, che con oltre il 35% dei voti vinse 24 dei 60 seggi alle elezioni legislative e 3 dei 6 seggi a quelle europee, Jean-Claude Juncker rifiutò, malgrado la amichevole pressione della maggioranza dei dirigenti europei, il posto di Presidente delle Commissione europea.
Il 1 gennaio 2005 entrò in carica come primo presidente permanente dell’Eurogruppo. Fino ad allora la presidenza dell’Eurogruppo era assicurata dal ministro delle Finanze dello Stato esercitante la presidenza semestrale del Consiglio dell’Unione Europea.
Come presidente di questo Consiglio, durante il primo semestre 2005, dovette far fronte alla mancata ratifica del progetto di Costituzione Europea da parte di Francia e Paesi Bassi. Fu anche in disaccordo con il Primo ministro britannico Tony Blair a riguardo del budget europeo. Il ruolo di Juncker ha assunto particolare rilevanza durante la crisi della zona euro nel 2011-2012. Il 30 aprile 2012 Juncker ha annunciato la sua decisione di dimettersi dalla carica di presidente dell’Eurogruppo perché “stanco” delle ingerenze franco-tedesche nella gestione della crisi. A succedergli, nella presidenza dell’Eurogruppo, è stato Jeroen Dijsselbloem, entrato in carica il 21 gennaio.
Il 6-7 marzo del 2014, durante il Congresso del Partito Popolare Europeo (Ppe), che si è tenuto a Dublino in Irlanda, Jean-Claude Juncker è stato eletto come candidato per la presidenza della Commissione europea, prevalendo su Michel Barnier. Juncker ha guidato la campagna del Ppr per le elezioni per il Parlamento europeo del 22-25 maggio 2014 visitando gli Stati membri dell’Ue e partecipando ai dibattiti presidenziali. In base all’articolo 17 del Trattato di Lisbona, il Presidente della Commissione europea sarà scelto, per la prima volta, tenendo conto del risultato le elezioni europee del 2014. Juncker ha pubblicamente dichiarato di aspirare a diventare il Presidente della Commissione europea qualora il Ppr dovesse vincere le elezioni andando a costituire il più grande gruppo politico al Parlamento europeo.

* Fonte: Wikipedia