Usa. Duro colpo per Trump: Manafort e Cohen giudicati colpevoli

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Giornata nera per Donald Trump e per due dei suoi più vicini collaboratori. Si tratta di Paul Manafort, ex capo campagna elettorale del presidente, e di Michael Cohen, ex avvocato personale di Trump nonché persona incaricata di levargli le castagne dal fuoco.
Nel processo di primo grado Manafort è stato ritenuto colpevole di 8 capi d’accusa sui 18 contestati, in quanto su 10 non è stata trovata l’unanimità fra i giurati. Si tratta sostanzialmente di reati legati alla frode fiscale ed al finanziamento illecito, ma il tutto ricade nel caso del Russiagate, ovvero dell’hackeraggio da parte dei russi di oltre 20mila mail dei democratici divulgate nel giugno 2016 che indicavano un’operazione del comitato centrale del Partito Democratico, che avrebbe dovuto essere neutrale, volta a screditare il candidato alle primarie Bernie Sanders a vantaggio di Hillary Clinton, uno scandalo che fece crollare in breve tempo il vantaggio dell’ex segretario di Stato su Trump di 9 punti. Gli hacker russi hanno lavorato, ma in cambio di cosa? Al processo è stato stabilito che Manafort “abbia orchestrato trame per non pagare le tasse su introiti legati a consulenze per il governo ucraino, e per frodare le banche in modo da ottenere finanziamenti”. C’è tuttavia da specificare che Manafort è risultato essere stato sul libro paga del partito filorusso dell’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, per delle consulenze da 12,7 milioni di dollari che interessarono il periodo dal 2007 al 2012. Una montagna di denaro evasa, ma anche tanto imbarazzo per l’allora candidato repubblicano: gli inquirenti ucraini avevano informato che da una loro inchiesta su società utilizzate dal cerchio magico di Yanukovich per mantenere un lussuoso stile di vita era saltato fuori un affare di 18 milioni di dollari per vendere partecipazioni della tv via cavo ucraina a una società creata in partnership tra lo stesso Manafort e un oligarca russo, Oleg Deripaska, vicino al presidente russo Vladimir Putin.
L’avvocato Michael Cohen si è invece dichiarato colpevole di truffa e di evasione in merito alle accuse di violazione dei finanziamenti elettorali, ma ha anche affermato di aver agito “in coordinamento e su istruzione del candidato”, ovvero con Donald Trump, quando diede molto denaro alla pornostar Stormy Daniels per comprare il suo silenzio circa una relazione con l’allora candidato alle presidenziali.