di Domenico Maceri * –
SAN LUIS OBISPO (Usa). “L’impeachment della giudice Protasiewicz non è solo assurdo ma anche pericoloso”. Così Eric Holder, procuratore generale durante l’amministrazione di Barack Obama, mentre commentava il piano dei legislatori repubblicani del Wisconsin di sottoporre Janet Protasiewicz all’impeachment. La giudice della Contea di Milwaukee alla recente elezione ha sconfitto Dan Kelly per un seggio alla Corte suprema statale. La vittoria di Protasiewicz significa che i democratici avranno una maggioranza di 4 a 3 nell’organo giudiziario più alto del “Badger State” (Stato del tasso).
I repubblicani del Wisconsin sono preoccupatissimi perché la minoranza repubblicana alla Corte suprema metterebbe a rischio la loro maggioranza in ambedue le Camere. La Protasiewicz è stata eletta promettendo di votare a favore dell’aborto e di accettare ricorsi al cosiddetto “gerrymanderning”, la delineazione dei distretti elettorali che negli ultimi tempi hanno avvantaggiato i repubblicani. Lo Stato del Wisconsin è uno dei cosiddetti “swing states”, stati in bilico, nelle elezioni presidenziali. Spesso il vincitore prevale sul suo avversario con 20 mila voti o poco più. Nell’ultima elezione presidenziale del 2020 Joe Biden sconfisse Donald Trump con una percentuale del 0, 64 ossia poco più di 20 mila voti. Trump fece ricorso e la Corte suprema del Wisconsin che all’epoca aveva 4 giudici di destra e 3 che pendevano a sinistra. Trump perse di un solo voto.
L’importanza della Corte suprema statale però non è da sottovalutare. Oltre all’aborto c’è anche la questione dei distretti elettorali che attualmente favoriscono i repubblicani in maniera schiacciante e anti-democratica.. Nel 2012, per esempio, i repubblicani ottennero il 46 percento dei voti dello Stato ma riuscirono ad ottenere il 60 percento dei seggi alla Camera Statale. Nel 2016 il Partito Democratico ricevette quasi lo stesso numero di voti dei repubblicani ma il Gop ottenne il 64 percento dei seggi. Nel 2018 lo Stato elesse il democratico Tony Evers a governatore e per limitare i suoi poteri i legislatori repubblicani approvarono parecchie leggi per indebolirlo. Attualmente la Camera e il Senato statali riflettono una super maggioranza repubblicana (64-35 Camera, 22-11 Senato).
I repubblicani quindi hanno i voti per l’impeachment di Protasiewicz alla Camera, ma per la condanna al Senato avrebbero bisogno dell’unanimità del loro caucus. Ma il piano anti-democratico dei repubblicani potrebbe però avere successo anche solo dopo il voto di impeachment alla Camera senza procedere al voto di condanna al Senato. In questa prospettiva Protasiewicz sarebbe sospesa dal suo incarico e in effetti creerebbe un pareggio nella Corte suprema di 3 a 3, impedendo i ricorsi giudiziari già iniziati per dichiarare illegale la formazione dei distretti elettorali stabiliti dai repubblicani. In effetti, con il probabile impeachment della nuova giudice i repubblicani riuscirebbero a dichiarare nulla l’elezione democratica che ha visto Protasiewicz prevalere.
Al di là della questione dei distretti elettorali, esiste il nodo dell’aborto con la vittoria repubblicana mediante la decisione della Corte suprema federale l’anno scorso. Con l’abrogazione di Roe Vs. Wade il Wisconsin attualmente è caduto nel default di una legge del 1849 che proibisce tutti gli aborti. I repubblicani ovviamente non sono affatto interessati a modificarla creando inevitabili ripercussioni alle urne poiché la maggioranza degli elettori americani e dello Stato del Wisconsin favoriscono il diritto di potere interrompere la gravidanza.
Le elezioni hanno conseguenze, specialmente quelle legate al sistema giudiziario. Negli Usa, come si sa, i giudici della Corte suprema federale sono nominati dal presidente e poi confermati dal Senato. Nella maggioranza dei casi delle Corte Supreme Statali vige un sistema simile. Ma nel Wisconsin come in altri 24 Stati i giudici della Corte suprema statale vengono eletti democraticamente. In 10 di questi Stati i candidati sono eletti in elezioni regolari e i giudici sono identificati nelle schede elettorali secondo l’affiliazione con il loro partito. In altri 14 Stati, invece, le elezioni sono non partisan in cui i candidati appaiono nelle schede elettorali senza l’identificazione del partito politico come avviene in Wisconsin. Ciononostante nella campagna elettorale l’ideologia dei candidati a giudici emerge chiaramente. La Protasiewicz ha fatto una campagna elettorale dichiarando di favorire il diritto all’aborto e di rivalutare le circoscrizioni dei distretti elettorali.
La legge in Wisconsin sull’impeachment dice che può avvenire in caso di “corruzione” o per la commissione di “reati”. La Protasiewicz non ha nemmeno iniziato il suo compito di giudice quindi sarebbe difficile provare la sua ineleggibilità. Lo State Judicial Panel, una commissione giudiziaria statale che si occupa di comportamenti etici dei giudici, ha valutato le dichiarazioni di Protasiewicz fatte in campagna elettorale e ha rifiutato le accuse dei repubblicani. Ciò che un candidato dice in campagna politica non è rilevante al modo di decidere dopo l’inizio dell’incarico.
Poco importa però ai repubblicani che vedono la perdita della loro maggioranza alla Corte Suprema Statale come eliminazione del baluardo alla loro sopravvivenza politica. Il problema dei repubblicani in Wisconsin però è stato additato da uno di loro, il parlamentare statale John Macco, eletto per cinque mandati in un distretto che anche Trump aveva vinto. In un’intervista al New York Times che indagava sulle intenzioni dei repubblicani di votare sì o no per l’impeachment di Protasiewicz, Macco ha spiegato che in un distretto repubblicano, lui non può capire come la maggioranza abbia votato per la giudice liberal. In realtà si capisce bene. Al livello Statale la Protasiewicz ha vinto con un margine di 11 percento, una vittoria a valanga, dovuta alle sue posizioni sull’aborto e le mappe elettorali dei distretti.
L’uso dell’impeachment per sovvertire la democrazia è in evidenza anche a Washington di questi giorni. Lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy ha annunciato la nomina di una commissione per avviare un’indagine sul possibile impeachment di Biden.
* Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.