Usa. Trump conclude la convention, ‘io sarò la vostra voce’

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trump conventionIn un’ora e un quarto di intervento Donald Trump ha accettato la nomina della convention repubblicana alla Casa Bianca ed ha puntato il dito contro l’amministrazione democratica, asserendo che “Questa convention si svolge mentre l’America è in crisi. La polizia è sotto attacco, il terrorismo minaccia il nostro modello di vita. C’è violenza per le strade, caos nelle nostre comunità”, garantendo che “Dal 20 gennaio 2017 (cioè da quando si insedierà ufficialmente – se eletto – alla Casa Bianca, ndr) la sicurezza sarà ristabilita”, che ”Forza e sicurezza saranno ripristinate”.
Per Trump i media alterano la realtà ed impediscono di vedere come stanno le cose, “Aumentano gli omicidi. Entrano sempre più numerosi immigrati clandestini. Gli afro-americani e i latinos sono più poveri oggi di quando Obama divenne presidente. I redditi delle famiglie sono più bassi che nel 2000. Il nostro deficit commerciale è ai massimi storici, 800 miliardi annui. Obama ha raddoppiato il nostro debito pubblico eppure le nostre strade cascano a pezzo, i nostri aeroporti sono da Terzo mondo. All’estero l’America è stata umiliata. Il mondo è meno sicuro e meno stabile. Tanto più, dopo che Obama mise Hillary Clinton alla guida della nostra politica estera: i suoi errori sono stati sottolineati anche da Bernie Sanders”. E mentre parlava tra le ovazioni, i cori erano “costruisci il muro, costruisci il muro!”. Contro Clinton ha detto che “Quando un segretario di Stato ha cancellato 33mila e-mail per nascondere i propri crimini all’autorità giudiziaria, ha mentito e resta impunita, vuol dire che la corruzione del nostro paese ha raggiunto livelli mai visti”. “Da segretario di Stato ci ha lasciato solo morte, debolezza e distruzione”.
Il magnate newyorkese non ha dubbi: prima di pensare ai problemi geograficamente lontani, a partecipare ad una Nato chiamata a tutelare l’Europa dell’Est, è necessario guardare in casa propria, risolvere le questioni interne, dove il capitalismo statunitense “si è venduto alle grandi lobby”. Per cui “Con me, il popolo americano tornerà ad essere il primo”: “rifaremo l’America grande”, “Renderò sicuri i nostri confini, vi proteggerò dal terrorismo. Grazie alle mie riforme economiche aggiungeremo milioni di posti di lavoro e migliaia di miliardi di nuova ricchezza”.
“Io sarò la vostra voce. Io ho abbracciato madri che hanno perso i figli perché i nostri politici si facevano i propri interessi invece del bene comune. Io non sopporto l’ingiustizia, non tollero l’incompetenza”. “L’americanismo, non il globalismo, sarà il nostro credo”. Un globalismo che non ha mai digerito, per il quale le aziende statunitensi hanno lasciato il paese de localizzando in Cina e nell’America Latina, per cui “io mi impegno a riportare i posti di lavoro qui nell’Ohio, qui in America”.
E poi le consuete promesse da campagna elettorale, come l’abbassamento delle tasse, la semplificazione della normativa fiscale e l’ammodernamento delle infrastrutture.
Dovrà nominare due giudici della Corte suprema: un posto lo ha promesso a una persona con chiare credenziali ultraconservatrici.